I dieci padroni del gioco d’azzardo la “terza industria” dopo Eni e Fiat

lotterie.jpgdi Alberto Custodero

repubblica.it

Sono i padroni del gioco d’azzardo legale in Italia. Si spartiscono una torta che a fine 2011 arriverà a quota 80 miliardi di euro. Come dire, 16 volte il business annuo di Las Vegas o quanto basterebbe a sei o sette manovre finanziarie. Su questa cifra imponentelo Stato incassa il dieci per cento. E il settore ha 120 mila addetti, di fatto la terza industria italiana dopo Eni e Fiat. Le big del mercato delle new slot, delle lotterie e delle scommesse sportive in Italia sono dieci e rappresentano metà di quel fatturato. Dietro a loro ci sono altri 1.500 concessionari-gestori che si spartiscono l’altra metà. Alcune made in Italy sono perfettamente trasparenti – per esempio Lottomatica e Snai – mentre per altre con sedi all’estero è arduo stabilire proprietari e intrecci societari.
Dubbi e sospetti sono stati sollevati nelle ultime settimane dalla Corte dei conti, dalla Direzione nazionale antimafia, dalla commissione parlamentare Antimafia e persino da una quarantina di parlamentari di tutti gli schieramenti politici che hanno presentato interrogazioni molto circostanziate. Il fatto è che sulle concessioni stanno per riaprirsi i giochi, visto che i contratti scadono il 16 maggio e che i requisiti di partecipazione diventano via via più rigidi.
I dieci padroni del gioco d’azzardo la “terza industria” dopo Eni e Fiatultima modifica: 2011-05-09T19:00:00+02:00da consumatori
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