Ru486: ecco le regole. Ora tocca alle Regioni

RU486.jpgdi PIER LUIGI FORNARI – da L’Avvenire 

Procedura abortiva della Ru486 interamente effet­tuata in ospedale. Lo pre­vedono le linee guida del mini­stero delle Salute, dal 13 luglio sui ta­voli dei governatori e degli as­sessori alla sanità delle regioni. Nell’illustrarle il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha sottolineato che uno dei due ca­pisaldi su cui si basano le indi­cazioni del suo discastero è il pa­rere inviato dal ministro del Wel­fare Maurizio Sacconi alla com­missione europea. Un pronun­ciamento che ha valore norma­tivo «nazionale», «più alto di quello delle regioni». Quindi un termine di paragone ineludibile. Altro «binario» seguito dalle li­nee guida sono i tre pronuncia­menti del Consiglio superiore di Sanità (Css) sull’uso della pillola abortiva nel nostro Paese.
La comunicazione inviata da Sacconi a Bruxelles a dicembre del 2009, quando come ministro del Welfare ne aveva la compe­tenza, subordina l’immissione della pillola nel nostro Paese al ri­spetto della legge 194, cioè al fat­to che la procedura abortiva sia interamente effettuata «in regi­me di ricovero ordinario nelle strutture sanitarie, in presenza di una specifica sorveglianza da parte del personale sanitario». Una presa di posizione, quella di Sacconi, che ricalcava quanto af­fermato già dalla commissione Sanità del Senato sulla messa in commercio del farmaco.I tre pareri del Css hanno sotto­lineato inoltre che il rischio per la donna del metodo farmacolo­gico può essere pari a quello chi­rurgico solo se l’intera procedu­ra avviene in regime di ricovero ordinario, anche per «la non pre­vedibilità » del momento in cui avviene l’espulsione del feto.

Ru486: ecco le regole. Ora tocca alle Regioniultima modifica: 2010-07-16T13:00:00+02:00da consumatori
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