Frodi alimentari. Dna dei cibi aiuta a scoprirle

dna.jpgE’ come il codice a barre usato per identificare e prezzare i prodotti al supermercato ma per l’identificazione si basa sul Dna e puo’ svelare le frodi alimentari perche’ proprio attraverso test del Dna svela la reale composizione dei cibi. Grazie alla tecnica, usata in un rapporto Usa, la contraffazione di prodotti alimentari e’ emersa essere una pratica molto diffusa, soprattutto per carne e pesce.
Lo studio e’ stato condotto alla Rockefeller University insieme con esperti dell’American Museum of Natural History, e pubblicato sulla rivista Bioscience.
E’ risultato che per 11 di essi le etichette sulle rispettive confezioni dichiarano un contenuto falso rispetto a quello reale smascherato dal test del Dna.
Le analisi sono state condotte da Brenda Tan e Matt Cost che studiano presso la Trinity School di Manhattan.
Ecco qualche esempio di sofisticazioni alimentari emerso grazie al test: carne di manzo spacciata per pregiata carne di cervo; un costoso formaggio di pecora che invece era fatto con normalissimo latte di mucca; e poi ancora, al posto del caviale di storione, caviale meno pregiato derivante da uova di pesce d’acqua dolce col muso a forma di pala che vive nelle acque del Mississippi.
La tecnica del ‘Dna barcoding’ (letteralmente codice a barre molecolare basato sul Dna) e’ una metodica molecolare sviluppata per l’identificazione dell’identita’ di materiale di natura biologica (cioe’ animale o vegetale); si basa sull’analisi di marcatori genetici tipici del Dna di un certo animale o di una certa pianta, per cui, anche se un cibo a base di carne e’ stato molto lavorato (cotto o trattato in vario modo), il test riuscira’ a dire ugualmente se si tratta di carne di un certo animale piuttosto che di un altro, perche’ il Dna non si rovina e resta analizzabile anche dopo la cottura.

Frodi alimentari. Dna dei cibi aiuta a scoprirleultima modifica: 2009-12-30T17:00:00+01:00da consumatori
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