Da sempre l’Italia è considerata una grande culla artistica, ricca di avvenimenti e di cultura.
Anche i dialetti con le loro origini raccontano la propria storia, testimoni unici di quella parte popolare e intellettuale del patrimonio Italiano, che affascinano e incuriosiscono da sempre poeti e turisti. Dal romano al piemontese,dal milanese al napoletano, dal barese al toscano, i dialetti entrano prepotentemente anche nei vari campi artistici, riscuotendo il parere favorevole del pubblico in quanto ironicamente usati. Ed ecco che li ritroviamo nella poesia,nella musica (famosa in particolar modo quella napoletana),nel teatro. Anche se non possono elevarsi al livello della lingua italiana o letteraria,i dialetti trovano come nel passato la loro giusta collocazione nella dimensione che meritano.
Pensiamo ad esempio alla barzelletta. Recitata nel suo dialetto regionale assume più spirito regalando di seguito una dose maggiore d’ironia e divertimento. Anche se di difficile interpretazione,essa riesce allo stesso modo a creare una comunicazione verbale, (non scritta) facendo in qualche modo conoscere il significato e la varietà delle stesse parole recitate nella loro lingua regionale.
Fino agli anni cinquanta i vari dialetti venivano parlati in molte famiglie. Ma con lo svilupparsi della scuola dell’obbligo, con la migrazione dei contadini verso città sviluppate e urbanizzate,con l’introduzione della televisione in tutte le case questi sono andati via via sciamando,lasciando quasi del tutto il posto alla lingua nazionale. Tuttavia però, i dialetti vengono ancora parlati (soprattutto nelle zone più declassate del Mezzogiorno) a causa dell’alfabetismo denominato di ritorno,ossia per il mancato uso delle proprie conoscenze apprese. Oppure vengono alternati all’italiano,in questo caso però povero lessicalmente e grammaticalmente. Per concludere quindi possiamo definire i nostri dialetti espressione di cultura popolare,un bene prezioso che narra la storia e la nascita di diverse realtà regionali ,alimentando così la curiosità e la voglia del sapere.