DISDICI IL CANONE RAI

rai_due.jpgdi Lucia Checchia

 

Disdici il CANONE RAI, per la legalità nelle istituzioni”. La nuova iniziativa, promossa lo scorso ottobre dall’Aduc (Associazione degli utenti e dei consumatori), ha già raccolto migliaia di adesioni in tutta Italia. Una protesta legale che ha trovato l’appoggio di quei cittadini che ancora oggi, a distanza di 70 anni, si vedono costretti a pagare il tanto avversato “canone RAI”, istituito con R.D.L. 21/02/1938 n. 246 per finanziare la macchina propagandistica del regime fascista. Malcontento che cresce se si pensa che oggi la generica definizione di apparecchi “adatti o adattabili” alla ricezione di radiotrasmissioni andrebbe estesa, a detta della RAI, ad una miriade di apparecchi elettronici (computer, videofonini, decoder, ecc.) presenti nelle case di tutti gli italiani.

L’invito che l’Aduc rivolge agli utenti non è quello di evadere il canone, bensì quello di chiedere il suggellamento del proprio televisore o di denunciarne la cessione a terzi, per poi chiedere legalmente la disdetta dell’abbonamento. Disdetta che dispensa dal pagamento del canone a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello della richiesta, se la stessa è fatta entro la fine dell’anno, dal primo luglio se è fatta entro il 30 giugno. Il suggellamento consiste nel rendere inutilizzabili, generalmente mediante chiusura in appositi involucri, tutti gli apparecchi posseduti dal titolare dell’abbonamento e dagli appartenenti al suo nucleo familiare presso qualsiasi luogo di loro residenza o dimora (art. 10 e 12 R.D.L. 21/02/1938 n. 246).

“Se la RAI , il Governo ed il Parlamento non rispettano le leggi – sottolinea l’Aduc – perché dovrebbero farlo gli utenti della RAI continuando a pagare il canone-imposta sulla tv? “. Le accuse che l’Aduc rivolge alle istituzioni partono dal mancato insediamento della Commissione Parlamentare di vigilanza RAI, fino alla mancata pubblicazione delle consulenze esterne e dei relativi compensi RAI, alle quali si aggiungono: le difficoltà incontrate dai cittadini per rendere effettiva la disdetta; le lettere intimidatorie con le quali la RAI richiede il pagamento del canone; il comportamento “truffaldino” degli incaricati RAI che, invitando a firmare moduli di “presa visione”, celano in realtà dichiarazioni di possesso di apparecchi televisivi. A tutto questo – sottolinea l’Aduc – va aggiunto il comportamento lesivo delle istituzioni a partire dal Governo che non risponde alle interrogazioni parlamentari sulla questione, all’Agenzia delle Entrate che non sa definire su quali apparecchi vada pagato il canone e la stessa RAI che richiede il pagamento del canone anche per apparecchi non televisivi. Non va dimenticata inoltre – continua l’Aduc – la mancata attuazione della legge, che prevede l’esenzione dal canone per i cittadini ultrasettantacinquenni con reddito minimo e la violazione delle norme sulla pluralità di informazione.

L’Aduc non invita ad evadere il canone.

Il canone si evade se si utilizza un qualsiasi apparecchio televisivo in casa dopo la disdetta dell’abbonamento ma – come evidenziato da Aduc – accertare l’infrazione è impossibile per le autorità. Sarà compito del singolo contribuente rispettare l’impegno preso con le istituzioni, quelle stesse istituzioni che non rispettano la legalità, rimarca l’Associazione degli utenti e dei consumatori. Qualora le autorità di presentassero per suggellare il televisore in un sacco di iuta – rimarca ancora Aduc – non è necessario far entrare qualcuno in casa propria: basterà mettere l’apparecchio fuori dalla porta e riprenderlo in un secondo momento. Ovviamente, suggellare o cedere un vecchio televisore inutilizzato, mentre in casa ce ne sono altri, costituisce evasione del canone. Anche in questo caso, è difficile per l’autorità accertare l’infrazione. Anche stavolta starà al singolo rispettare gli impegni presi con le istituzioni, le stesse che non rispettano la legge. Se un incaricato RAI o la Guardia di Finanza si presentassero all’uscio di casa per accertarsi che non stiate guardando la tv, ricordate che non possono entrare se non provvisti di un regolare mandato di perquisizione firmato da un magistrato. L’Aduc mette in guardia i contribuenti anche sulle visite degli incaricati RAI suggerendo di non firmare mai niente. Spesso ciò che si firma non è una dichiarazione di presa visione ma una dichiarazione di colpevolezza. Ovviamente, in caso di disdetta dell’abbonamento, andrebbero disdetti, per chi ne è in possesso, anche Sky, Mediaset Premium ecc. “Armatevi di pazienza – incalza dunque l’Aduc –   la RAI farà di tutto per ostacolare la disdetta! In alcuni casi, ignorerà la richiesta e continuerà a chiedere il pagamento del canone come niente fosse. In altri casi, invierà un modulo da compilare, affermando che senza di esso la disdetta non potrà essere accolta. In entrambi i casi, la RAI viola la legge! Nonostante sia praticamente impossibile per le autorità verificare se qualcuno utilizza o meno il televisore suggellato, invitiamo chi lo farà a rispettare la legge, così come dovrebbero fare le istituzioni…” Per chiunque volesse aderire all’iniziativa “Disdici il canone RAI” basta seguire le istruzioni fornite da Aduc nel sito http://www.Aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=237074, dove è possibile scaricare, tra l’altro, i moduli per il suggellamento del televisore e la disdetta del canone Rai.

DISDICI IL CANONE RAIultima modifica: 2009-01-19T12:56:00+01:00da consumatori
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