Banca del cibo? No, cibo della banca

fragola_pesce.jpgdi Roberto Marrocchesi

Ogni volta che un qualche “vip” è visto mangiare un po’ di tofu, subito scrosciano gli applausi. Senz’altro si può affermare che le vecchie rockstar in cerca di mantener la linea o gli ex presidenti USA che hanno capito che c’è un nesso tra dieta e prevenzione dell’infarto, costituiscano un buon esempio da imitare, almeno che c’è chi ci tiene e ci pensa se non altro per sé (“We care”).

 

Al di là di queste belle notizie però, la situazione alimentare moderna mondiale è alquanto seria. Le vendite oggi dei cibi “Bio” in Europa ammontano solo al 2% dei consumi UE (26 paesi). In pratica, 21 M di € contro ad esempio 24 M di € in merendine confezionate. La realtà è ben altra cosa, ed è che la grande industria alimentare è la causa numero uno dello squilibrio alimentare, in pratica della fame, nel mondo odierno. Vediamo ora come il capitalismo finanziario dei disastri tragga vantaggio solo per il denaro in se’ dalla produzione di alimenti scadenti, purché altamente industrializzati.

Banca del cibo? No, cibo della bancaultima modifica: 2010-12-07T16:00:00+01:00da consumatori
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