di ENRICO LENZI – da L’Avvenire
Rivedere il percorso universitario del «3+2», ripensare la scuola media, potenziare la figura del maestro prevalente nella primaria. Il tutto rivendicando che «questa manovra economica fa salva sia l’Università sia la ricerca, non prevedendo tagli». È una Gelmini a tutto campo quella che ieri mattina alla trasmissione radiofonica «Radio anch’io» ha affrontato il futuro di scuola e università. Ed è soprattutto la riforma del sistema accademico a concentrare l’attenzione del ministro della Pubblica Istruzione. «C’è un impegno preciso del governo – annuncia Mariastella Gelmini dai microfoni di Radio1 – e dei capigruppo al Senato per calendarizzare il ddl sull’università subito dopo la manovra, intorno alla metà di luglio, Si prevede poi una discussione alla Camera di circa un mese e crediamo che a fine settembre o metà ottobre si possa approvare definitivamente la riforma». Una riforma che, sempre secondo il ministro Gelmini, «punterà su efficienza, merito e trasparenza ». Obiettivi che «è già stato intrapreso. Abbiamo cominciato a tagliare i corsi di laurea inutili, cioè quegli insegnamenti che non hanno ragion d’essere perché hanno offerto cattedre, ma non hanno dato risultato agli studenti». Valutazione, quella del ministro, che comprende anche il sistema del «3+2», cioè della laurea triennale seguita da un biennio di specializzazione. Un sistema, commenta la Gelmini, che «sicuramente ha dato meno risultati di quanto ci si aspettava e spesso alla laurea triennale non consegue un’opportunità di lavoro, ma – aggiunge il ministro, quasi a tranquillizzare il mondo accademico – non si può intervenire ogni volta e rivedere il sistema. Serve certamente un correttivo, ma niente scossoni».