Ritirare un multa alle Poste. Come un atto ordinario e’ programmato per essere arrogantemente folle

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da Aduc – di Vincenzo Donvito

Arriva un avviso delle Poste per ritirare una raccomandata, probabilmente si tratta di una multa per infrazione al codice della strada. Una rogna, perche’ bisogna andare nelle ore d’apertura dell’ufficio postale, che combaciano con quelle del mio lavoro ma… leggendo meglio il tutto, l’indirizzo dell’ufficio per il ritiro non e’ piu’ lo stesso a 500 metri da casa mia, ma un altro a cinque chilometri, vicino l’aeroporto della mia citta’ ed io abito quasi in centro. Andarci in autobus e’ un’avventura e poi stamane sono con il cane e la bambina di quattro anni e, prima di andare a portare la bimba all’asilo, ci faccio un salto con l’auto. Il luogo e’ difficile da trovare se non si conosce la zona (sensi unici, strade chiuse, cartelli di fantasia, etc.) e, arrivati, il parcheggio e’ un miraggio: macchine “messe” dovunque capiti e nell’ufficio postale strapieno, preso il biglietto, davanti a me ci sono un centinaio di persone. Sono in diversi che si guardano cercando solidarieta’ negli sguardi dei vari “condannati”, quasi tutti vengono da posti lontani della medesima citta’. Chiedo e mi dicono che in tre ore potrei “cavarmela”. La sala d’attesa e’ un bazar di giocattoli e cingallerie varie proposte dal servizio shopping delle Poste (prezzi fuori mercato, tutti verso l’alto): bambole Winx e Barbie di tutti i tipi, collezioni di fucili, marziani, robot ed intere gamme di giochi.

Ritirare un multa alle Poste. Come un atto ordinario e’ programmato per essere arrogantemente folleultima modifica: 2010-04-29T19:00:00+02:00da consumatori
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