Multe: quando fare ricorso

multe.jpgda Blog del Consumatore

Più si viaggia, più alto è il rischio di essere multati.
Tra limiti di velocità, divieti di sosta, strisce blu, zone a traffico limitato (c.d. Ztl), sensi unici, lavaggio strade e chi più ne ha più ne metta, non è poi così raro commettere qualche infrazione con conseguente sanzione amministrativa.
Tuttavia, in alcuni casi può valere la pena impugnare il verbale di accertamento, soprattutto quando la multa risulta facilmente contestabile in quanto ingiusta o comunque illegittima.
Il termine per decidere se pagare o fare ricorso è piuttosto breve: 60 giorni dalla consegna del verbale  (in caso di contestazione immediata) oppure, nei casi eccezionali previsti dall’art. 201, comma 1 bis, del codice della strada, dalla sua notifica.

A tal proposito, è importante ricordare che la regola generale è quella della contestazione immediata della violazione da parte degli agenti accertatori, proprio per consentire al conducente-trasgressore di esercitare il suo diritto di difesa ed esporre le proprie ragioni nell’imminenza del fatto.
Tuttavia, nei casi eccezionali previsti dall’art. 201 comma 1 bis del Codice della Strada (es. veicolo lanciato ad eccessiva velocità, sorpasso vietato, accertamento di sosta vietata in assenza del conducente), è consentita la contestazione “differita” con tanto di motivazione che deve essere oggettiva, completa ed esauriente con riferimento alle specifiche circostanze del caso (altrimenti il verbale sarà impugnabile, ad esempio se l’agente accertatore riferisce di non aver contestato in quanto impegnato in altre occupazioni o in abiti civili). In tali ipotesi è previsto comunque un termine di notifica (150 giorni dall’accertamento della violazione), il cui mancato rispetto rende illegittimo il verbale.

Multe: quando fare ricorsoultima modifica: 2010-04-12T17:04:00+02:00da consumatori
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