EQUO COMPENSO – Una tassa iniqua sui consumi

equo_compenso.jpgda Unione Nazionale Consumatori

A parole, il Governo dichiara di voler sostenere la domanda, nei fatti introduce una nuova tassa sui consumi, pagata dai consumatori finali, ma che potrebbe portare ad una contrazione delle vendite a tutto svantaggio dell’industria di settore. In sostanza, quanto recentemente approvato a livello nazionale in tema di armonizzazione tra diritto d’autore e diritto del consumatore, risulta in palese contraddizione sia con la normativa Comunitaria in tema di aiuti di Stato, sia sotto il profilo del diritto amministrativo nazionale, in quanto lesivo della riserva di legge in materia tributaria. A trarne vantaggio, unicamente le casse della SIAE, che senza alcuno sforzo si vedono nella condizione di poter duplicare i propri introiti.

Con queste motivazioni, 7 Associazioni dei Consumatori iscritte al Consiglio Nazionale Consumatori ed Utenti (Adiconsum, Altroconsumo, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Movimento Difesa del Cittadino e la nostra Unione Nazionale Consumatori) bocciano senza appello il decreto Bondi sull’equo compenso, con il quale è stato esteso il prelievo da parte della SIAE di una quota di prezzo destinato a remunerare gli autori per la copia privata, a tutti i dispositivi dotati di memoria (telefoni cellulari, hard disk, decoder, etc.). Tradotto, ne aumenterà il relativo costo: di circa 4€ per una semplice pen drive, anche di 30€ per alcuni hard disk. E di questi tempi, a risentirne potrebbero essere i volumi di vendita. 

EQUO COMPENSO – Una tassa iniqua sui consumiultima modifica: 2010-04-10T15:00:00+02:00da consumatori
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