Pastai: non si può negare l’evidenza

pasta.jpgda Unione Nazionale Consumatori

Non sono bastate la multa dell’Antitrust, la conferma del Tar, l’ispezione della Guardia di Finanza e l’avvio di un’indagine sulla filiera da parte di Mr Prezzi a frenare l’insolenza dell’associazione dei pastai che continua a negare il cartello sui listini.

Un atteggiamento quello di Massimo Menna, presidente dell’UNIPI, che offende i consumatori, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e la magistratura amministrativa che ha già confermato la sussistenza di un accordo anticoncorrenziale tendente a tenere illegittimamente alto il livello dei prezzi della pasta nonostante la riduzione dei costi della materia prima.

Nel dettaglio, l’accertamento dell’intesa restrittiva della concorrenza realizzata dall’UNIPI e da 26 produttori riguarda il biennio compreso tra il 2006 e il 2008, quando, a fronte di una sostanziale riduzione del prezzo del grano, si è verificato un aumento di oltre il 30% del prezzo della pasta che ha pesato, e non poco, sulle tasche degli italiani.

Dopo la conferma da parte del Tar della sanzione inflitta dall’Antitrust, dopo le ispezioni realizzate dalla Guardia di Finanza su ordine della Procura di Roma sarebbe stato logico (o quanto meno auspicabile) un dietro-front da parte dell’industria della pasta che, di tutta risposta, continua invece a percorrere la strada della strenua difesa dell’indifendibile.

Meglio farebbero i pastai a ridurre i prezzi di vendita e a collaborare con gli inquirenti. Ricordiamo infatti che è in corso un’indagine della Procura di Roma che sta lavorando all’ipotesi di reato prevista dall’articolo 501 bis del codice penale, vale a dire la “manovra speculativa sul prezzo delle merci”: se saranno accertate anche responsabilità penali, siamo pronti ad avviare una class-action per il rimborso del maggior costo pagato dai consumatori di pasta dal 2006 al 2008.

Pastai: non si può negare l’evidenzaultima modifica: 2010-01-25T18:00:00+01:00da consumatori
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