Quando nuoce il comportamento aggressivo

 

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di Maria Marangi

Il progresso tecnologico così come lo sviluppo culturale trova una stretta compatibilità con ciò che rappresenta la comunicazione. Oggi psicologicamente  e socialmente anche sotto il profilo educativo, vengono analizzati  comportamenti e reazioni ricollegabili molto spesso a finzioni cinematografici e televisivi, dove sovente non mancano aggressività e violenza. Ma l’istinto aggressivo  secondo la teoria del comportamentista” FREUD”esiste fin dalla nascita ed è legata allo sviluppo psicosessuale e all’evolversi dei vari stadi della vita. Altre scuole di pensiero invece considerano l’aggressività come una reazione a una frustrazione,causa di comportamenti  violenti e prepotenti. “Thanatos”, così viene definita la pulsione che trova alla sua base l’aggressività. Molto spesso questa, ha origine dall’esperienza,dal confronto,dall’ambiente e dal tipo di relazione che s’ istaura con esso. Ma non sempre una manifestazione aggressiva è sintomo di negatività,a volte può rispecchiarsi in una forte grinta, una sorta di energia che si manifesta in una situazione che lo richieda. Oppure può trasparire attraverso una potente dose d’ ironia penetrante, per rispondere in modo intelligente a provocazioni o altro. Solo quando tale pulsione si manifesta in reazioni eccessive, si entra inevitabilmente nell’ambito della patologia definita(psicopatologia dell’odio)molto lontana dall’ira o dall’irritazione che in confronto, sono “sì “sentimenti aggressivi, ma moderati, un modo per distruggere o allontanare ciò che provoca o alimenta la frustrazione. Cognitivamente invece la psicopatologia sfocia nell’odio attraverso pensieri e comportamenti,il che rivela gravi disturbi di personalità. Volere dominare,imporre con la violenza il proprio essere è sintomo di un serio disturbo della personalità. Ne consegue la vitale importanza che ricoprono le esperienze,definite buone o cattive che vanno a svilupparsi durante la crescita e che cedono il posto ai sentimenti di odio e amore. Attraverso l’acquisizione di nuovi affetti, avviene l’integrazione con quelli biologicamente già  presenti, dando origine a strutture utili per il controllo del comportamento a base psichica dove vitale diventa la situazione e l’individuo.

 

Utile e saggio il pensiero di educare di Maria Montessori.Secondo Lei  l’adulto non deve sostituirsi al bambino,ma deve sempre ritirarsi nella passività,una passività attiva. Non insegnare, ma aiutare la mente infantile nei processi di sviluppo,rafforzando la loro energia e le loro facoltà.  

Quando nuoce il comportamento aggressivoultima modifica: 2009-10-21T19:01:00+02:00da consumatori
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