La corretta educazione all’uso ed allo smaltimento dei sacchetti di plastica aiuta l’ambiente molto più delle buste biodegradabili. Infatti, il loro uso è limitato solo a quella mezz’ora fra il riempimento, il trasporto verso casa ed il loro svuotamento per riporre la spesa in frigorifero o nella credenza.
Ma , dopo, sopravvivono almeno altri cent’anni!
Tant’è che le buste della spesa sono tra i dodici rifiuti plastici maggiormente dispersi nell’ambiente e rappresentano una minaccia reale per le acque ed il territorio. Ogni anno, poi, i sacchetti uccidono centinaia di essere viventi fra pesci, mammiferi ed uccelli. Il metodo migliore per mettere un freno a questo tipo di inquinamento ambientale è la prevenzione. Innanzitutto, usiamole solo quando è necessario ed evitiamo di gettarle nell’ambiente circostante. L’Associazione Comuni Virtuosi ha realizzato la campagna “Porta la sporta” per invitare i cittadini a non utilizzare le buste di plastica, ma ad utilizzare quelle in tessuto:resistenti, ecologiche e riutilizzabili. Questo rimedio semplice ed economico è molto più efficace el ricorso alle buste biodegradabili, già in commercio e che dovrebbero sostituire i vecchi sacchetti di plastica nei prossimi due anni. Il decreto anticrisi di agosto ha rinviato al 2011 il divieto di utilizzo delle buste non biodegradabili. La domanda che ci si pone è ,poi, la seguente: ma è sufficiente SOLO cambiarne la composizione per salvaguardare il nostro pianeta?
Non è proprio così: bisogna ridurre la produzione, spingendo i consumatori ad usare le borse di tessuto e, contemporaneamente, diminuendo la domanda. Gli effetti positivi sono immediati: per ogni 40 kg di plastica risparmiata si risparmiano 100 kg di consumo petrolifero.