Libri di testo. Li acquistino le scuole

libri_di_testo.jpgda Aduc – di Pietro Yates Moretti

Ogni fine agosto, alla vigilia della riapertura delle scuole, si ripropone la questione dei crescenti costi dei libri di testo. Questione a cui si e’ cercato di porre rimedio con il cosiddetto tetto di spesa e osservatori vari, misure simboliche e prevedibilmente inefficaci di fronte alle leggi di mercato.
L’unico modo per ‘obbligare’ gli editori a diminuire i prezzi e’ aumentare il potere contrattuale dell’acquirente.
Per fare cio’, possiamo seguire l’esempio degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e di altri Paesi europei: siano le scuole ad acquistare i libri di testo e a distribuirli agli studenti, i quali a fine anno li restituiranno per gli studenti dell’anno successivo. Se i libri vengono danneggiati, lo studente dovra’ pagare per ripararli oppure riacquistarli. La vita media di un libro di testo potrebbe cosi’ essere di cinque anni, con un risparmio dell’80% per ciascun studente.
In questo modo non sarebbero soltanto gli editori a stabilire i prezzi dall’alto, ma anche le scuole o i distretti scolastici, che avrebbero un maggiore potere d’acquisto rispetto al singolo studente. Gli editori sarebbero disincentivati dal produrre una nuova edizione ogni anno con l’intento di evitare il “riciclaggio” dei libri usati, perche’ le scuole probabilmente non comprerebbero nuovi libri di testo per alcuni anni.

Libri di testo. Li acquistino le scuoleultima modifica: 2010-08-24T16:02:00+02:00da consumatori
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