Studi e gas serra. L’Onu ammette errore: parziali i dati sull’inquinamento ‘da carne’

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Gli errori rischiano di minare la credibilità di un fenomeno come il cambio climatico. L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO) ha ammesso errori nel

rapporto del 2006 che metteva in guardia dal consumo di carne quale fattore nocivo per il clima. Nello studio si diceva che il ciclo della carne -dal taglio dei boschi per il foraggio passando per le emissioni di metano delle mucche fino alla produzione e alla vendita- rappresenta il 18% delle emissioni dei gas a effetto serra, un contributo al surriscaldamento superiore persino a quello dei trasporti. La FAO, che s’era avvalsa dello studio per promuovere la dieta vegetariana, ora deve rettificare. Se per arrivare al 18% (dato esatto) si aggregavano le emissioni di tutte le fasi del processo di produzione della carne, il 13% attribuito ai trasporti contemplava solo i combustibili fossili bruciati. 
Non è quindi corretto sostenere che mangiare un chilo di carne bovina equivale a percorrere 250 km in auto, come sosteneva Pachauri di IPCC nel 2008. Correttezza vorrebbe che si considerassero nell’impatto dei trasporti anche l’inquinamento derivante dalla costruzione di strade e dalla fabbricazione dei veicoli. Con queste aggiunte, la relazione inquinamento da un chilo di carne con i gas prodotti viaggiando in auto, darebbe un numero di chilomentri inferiore.

Studi e gas serra. L’Onu ammette errore: parziali i dati sull’inquinamento ‘da carne’ultima modifica: 2010-03-29T19:00:00+02:00da consumatori
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