Sviluppo e speranze, prima pietra per la Banca del Sud

BANC12.jpgdi Eugenio Fatigante – da L’Avvenire

La strada impervia del risanamento, in I­talia assumerà anche la forma della Banca del Mezzogiorno Spa. «Non sarà un carrozzone» per concedere credito ‘faci­le’, assicurano a una voce Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, il ministro del Tesoro che l’ha fortemente voluta, perché non ci sarà un ‘bottino’ pubblico cui puntare. Il progetto non è certamente nuovo, e di presentazioni ne ha già avute forse anche troppe. Ieri, tut­tavia, al ministero dell’Economia il passo a­vanti era concreto: veniva presentato e si in­sediava il comitato promotore, a 15 compo­nenti, che attraverso una serie d’incontri (il primo è già fissato per il 25 marzo) darà vita a questa iniziativa ideata per creare sviluppo in un territorio, il Sud d’Italia, dove dopo le acquisizioni degli istituti più storici da parte delle banche del Nord, del credito è stata fat­ta tabula rasa. Tanto l’ottimismo mostrato sotto le volte del Tesoro, come imponeva l’occasione: «Appena c’è uno sportello con il logo della Banca del Mezzogiorno, vado e faccio un deposito», ha affermato Tremonti. E dopo di lui Ber­lusconi: «Mi impegno a es­sere il secondo». Nella Ban­ca (istituita dalla Finanzia­ria 2010), è tornato a spie­gare il premier, «il ruolo dello Stato è quello del pro­motore, avrà una quota mi­noritaria che verrà dismes­sa entro 5 anni». Ci saran­no dei soci fondatori (la selezione dei quali è uno dei compiti affidati al comitato) e il peso prevalente ricadrà sui privati, con il ruolo-chia­ve affidato alla rete delle Bcc, le Banche di cre­dito cooperativo (ma saranno ben accette an­che le altre banche commerciali). Non a caso la presidenza del comitato promotore è an­data a Vito Lorenzo Dell’Erba, che è anche a capo della federazione delle Bcc di Puglia e Basilicata. Fra gli altri 14 nomi spiccano poi l’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, il quale ritiene che si tratti di «un buon progetto» e che Poste potranno da­re un contributo di rilievo, e – a mo’ di suggel­lo di uno spirito unitario – Franco Senesi, e­sponente delle Bcc del Nord-Est. Il Tesoro è rappresentato invece da Andrea Montanino.
  Tremonti ha sottolineato che la Banca è «una cosa seria, troppi bidoni sono stati dati al Sud, questa cosa la voglia­mo fare seriamente e con im­pegno ». Non si tratta dunque di «una cosa metafisica, de­ve stare sul territorio dove ci sono le piccole e medie im­prese ». Curerà le garanzie per le aziende, erogherà credito agevolato e dovrà «liberare capitale» per le banche aderenti che, a loro volta, potranno così ampliare il credito con­cesso. Il ministro è sicuro in ogni caso che non saranno ripercorsi gli errori del passato: «Im­possibile, perché non è una banca pubblica. Comunque – ha rivendicato Tremonti – non c’è mai stato un governo che ha fatto una ban­ca del Sud e la fiscalità di vantaggio per il Sud».
È, quest’ultimo, l’altro (già noto) aspetto sa­liente: verranno emessi ‘titoli di scopo’ a me­dio e lungo termine per canalizzare risorse nelle regioni del Sud. Per queste speciali e­missioni, previste da uno dei commi della Fi­nanziaria, ci sarà una tassazione di favore, ri­dotta al 5% sugli interessi, per ogni investito­re fino a un massimo di 100mila euro. Un pro­getto, ha voluto chiarire Alessandro Azzi, pre­sidente di Federcasse, la holding
a capo del si­stema Bcc, che è «coerente» con la missione del credito cooperativo, dato che era «neces­sario dare una risposta positiva nell’ambito del nostro impegno tradizionale, ancora più evidenziato in epoca di crisi».
  Nel progetto sono coinvolte tutte le maggiori associazioni di categoria, presenti ieri al Te­soro, a partire da Cristiana Coppola, vicepre­sidente di Confindustria per il Sud. Per il pre­sidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanel­lo, è «un buon momento» per far partire il pro­getto e per quello di Confcommercio, Carlo Sangalli, è un’iniziativa che può «risolvere i problemi specifici del rapporto tra piccole e medie imprese e credito nel Mezzogiorno». Tra i detrattori del progetto, invece, Vera La­monica (Cgil), per la quale permane il «rischio carrozzone», e Sergio D’Antoni, deputato Pd: «È una splendida scatola vuota».

Sviluppo e speranze, prima pietra per la Banca del Sudultima modifica: 2010-03-23T16:00:00+01:00da consumatori
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