CLASS ACTION – L’assordante silenzio di Confindustria

confindustria.jpgda Unione Nazionale Consumatori

“Nessuna protesta da Cortina né da St. Moritz”. Ironizza sull’assordante silenzio di Confindustria l’avv. Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando l’entrata in vigore della class-action dal 1° gennaio sulla quale non si è fatta sentire la voce delle imprese.

“Saranno ancora in vacanza gli imprenditori italiani, ma sono certo che se la nuova class-action li avesse in qualche modo preoccupati si sarebbero fatti vivi anche dalle piste di sci. Questo silenzio condiscendente dimostra, invece, che l’attuale normativa è di loro gradimento!”

“Evidentemente -incalza Dona- hanno parlato quando era necessario influire sull’art. 140-bis per condannarlo ad essere una scatola vuota. Oggi possono limitarsi a sfogliare i giornali, davanti al camino, dopo aver tolto la tuta da sci, godendosi un bel the caldo e leggendo qua e là le notizie del teatrino messo in scena intorno ad un soggetto (la class-action, appunto) di quart’ordine”.

“ ‘Da operetta’ -secondo Dona- sarebbero non solo gli annunci di azioni miliardarie già proclamati forse per colpa della sbornia di capodanno, ma anche alcuni pessimismi ad oltranza di quelli che continuano a parlare di ‘scatola vuota’ o ‘strumento inutilizzabile’ ”.

“E sì perché -conclude Dona- adesso questa è la legge sull’azione di classe italiana ed andrà utilizzata seppur con moderazione, acume e spirito pratico: ad esempio scegliendo delle cause accessibili e realizzabili in tempi brevi, magari promuovendole contro aziende che, consapevoli di aver tradito la fiducia dei consumatori, siano inclini a porre rimedio ai comportamenti scorretti risarcendo spontaneamente i danneggiati in via transattiva così da rendere inutile di condurre l’azione collettiva fino in porto, cogliendone tuttavia l’effetto più importante e cioè quello di ottenere giustizia in tempi brevi dai danni collettivi”.

CLASS ACTION – L’assordante silenzio di Confindustriaultima modifica: 2010-01-11T16:00:00+01:00da consumatori
Reposta per primo quest’articolo