Maggiore tutela contro le banche: nasce l’ABF

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Dal 15 ottobre 2009 è attivo l’Arbitro Bancario Finanziario (di seguito ABF), un sistema di risoluzione alternativo delle controversie voluto e istituito da Banca d’Italia a difesa dei consumatori nei confronti delle banche e delle società finanziarie.
Prima di entrare nello specifico, vale la pena fin da subito eliminare alcuni dubbi che potrebbero indurre in errore. L’ABF – nonostante il nome – non è un arbitrato.
Rientra invece nel gruppo più ampio della conciliazione, come strumento atto ad ottenere un risultato, una decisione vincolante per le parti, senza dover ricorrere al tribunale con i tempi ed i costi che sono facili immaginabili: anni e migliaia di euro.

 

Il più grande vantaggio dell’ABF dovrebbe essere la sua celerità (per ora solo dichiarata, in quanto ad oggi non abbiamo ovviamente dati oggettivi su cui basarci).
Tutta la procedura infatti, dal reclamo alla risoluzione, dovrebbe durare non più di 180 giorni (non sono pochi, ma una causa in tribunale potrebbe portar via non meno di 5-6 anni).
Andiamo con ordine: chi può rivolgersi all’ABF?
Possono essere sottoposte all’ABF le controversie inerenti le operazioni e i servizi bancari e finanziari. Sono invece escluse le controversie attinenti ai servizi e alle attività di investimento e alle altre fattispecie di collocamento di prodotti finanziari e operazioni legate alla vendita di tali prodotti.
Quindi ci si può rivolgere all’ABF per qualsiasi reclamo inerente le operazioni di raccolta di conto corrente, nonché per l’erogazione di qualsiasi forma di credito al consumo e mutuo ipotecario. Un ambito insomma abbastanza ampio. Anche l’ambito temporale non è minimo, in quanto si potranno presentare reclami anche per controversie relative ad operazioni o comportamenti risalenti fino all’1 gennaio 2007. Ancora, si potrà proporre ricorso per reclami di valore massimo 100.000,00 Euro.

Maggiore tutela contro le banche: nasce l’ABFultima modifica: 2009-11-09T19:00:00+01:00da consumatori
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