Cistite, Altroconsumo: non ci sono studi clinici sull’efficacia di Ausilium

ausilium.jpgda Help consumatori

Ne soffrono tantissime donne, e ad oggi non ha ancora un rimedio definitivo. Stiamo parlando della cistite, un’infiammazione della mucosa della vescica, causata da un’infezione delle vie urinarie. Quest’infezione, a sua volta, è causata da batteri che popolano il colon: nell’80% dei casi si tratta dell’Escherichia Coli che in questi giorni è sotto i riflettori per la contaminazione dei cetrioli che hanno causato la morte di 10 persone in Germania.

Tornando alla cistite, poiché i fattori che la determinano sono vari, dalla cattiva igiene intima, all’alimentazione scorretta, dall’abuso di antibiotici e farmaci in generale allo stress, particolarmente vasta è la sua diffusione tra le donne. Altrettanto vasta è la diffusione di consigli e rimedi che popolano soprattutto il web: c’è addirittura un sito che si chiama cistite.org.

Cistite, Altroconsumo: non ci sono studi clinici sull’efficacia di Ausiliumultima modifica: 2011-06-06T19:03:00+02:00da consumatori
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8 pensieri su “Cistite, Altroconsumo: non ci sono studi clinici sull’efficacia di Ausilium

  1. Io posso solo testimoniare che avevo cistite da 4 anni e da quando ho cominciato ad usare ausilium e ad applicare la crema ausilium ai rapporti (proprio quella nell’immagine, che non è Ausilium bustine!), ho cominciato subito a stare meglio. Da 3 anni non ho più avuto nessuna cistite! Finchè prendevo antibiotici (ed antimicotici a causa delle micosi che questi farmaci mi procuravano) avevo una cistite al mese e più passava il tempo, più peggioravo tanto che anche tra una cistite e l’altra non stavo mai bene. Ora sto benissimo! La mia vita è tornata ad essere quella che era prima che iniziasse tutto. Non ho mai avuto effetti collaterali, nonostante lo abbia assunto per anni, compreso tutto il periodo della mia gravidanza e dell’allattamento. Spero che la mia testimonianza possa essere utile a tante donne ancora vittime degli antibiotici sui quali ci sono numerosissimi studi che ne testimoniano gli effetti collaterali.

  2. Ecco appunto, visto che “né Morinda né mannosio sono stati testati in studi clinici per valutarne la reale risposta terapeutica”, piuttosto che sparare ad alzo zero su un prodotto che sta aiutando centinaia di donne, sottoscritta compresa, ad uscire dall’incubo di dolorosissime infezioni urinarie, sarebbero enormemente più utili ed apprezzabili azioni che promuovano la realizzazione di questi benedetti studi clinici, se veramente la vostra mission è l’interesse (e la salute) del consumatore.

  3. Siamo in piena caccia alle streghe!Fra inesattezze, omissioni, allarmismo gratuito, leggerezze, trovo che quest’articolo sia un compendio di incompetenza, scorrettezza e cattivo giornalismo.Altroconsumo dovrebbe essere dalla parte dei consumatori, così almeno ho sempre creduto. Ma mi aspettavo un po’ più di competenza, ed un po’ di rispetto per quei consumatori che dice di voler tutelare. Pubblica delle notizie allarmanti e infondate, salvo poi confutarle in prima persona. Omette informazioni importanti, che permetterebbero al consumatore di farsi un’idea precisa e completa, e non se ne capisce il motivo. Lancia il sasso e nasconde la mano. Ma quel che è peggio ignora (o finge di ignorare?) le leggi vigenti, che, nel caso specifico, hanno già fatto il lavoro che Altroconsumo propugna come “necessario”. Ma andiamo con ordine: come si può, nella stessa frase, citare un articolo creando allarmismo, e poi ammettere che non era riferito al prodotto in questione? – Oltretutto la citazione è sbagliata! L’articolo cui fa riferimento traeva le conclusioni opposte!!! “Gli studi effettuati sulla somministrazione ad animali ed umani di dosi elevate di succo di Noni non hanno riportato effetti negativi a livello epatico. Inoltre gli Antrachinoni nel frutto del Noni sono presenti in quantità insufficienti per possedere la struttura chimica necessaria a causare danni al tessuto epatico.” (World Journal of Gastroenterology ISSN 1007 – 9372, The WJP, 2006) Una seria confutazione scientifica dovrebbe sempre riportare le fonti bibliografiche (e leggerne gli articoli fino in fondo, se possibile, non solo il titolo!) Reputo inammissibile una tale leggerezza, che mette sotto una luce sospetta l’intera testata giornalistica. Quanto poi alla richiesta di “vigilanza” e “sicurezza”, siamo sicuri che chi scrive conosca davvero il nostro Sistema Sanitario Nazionale (per quanto se ne dica, uno dei migliori al mondo)? Sa, ad esempio, che un prodotto, prima di essere immesso in commercio, viene comunicato al Ministero della Salute? E’ a conoscenza dell’esistenza di una cosa che si chiama “Lista Ministeriale delle Piante Ammesse” (quindi sicure), stilata appunto da un organo di vigilanza in cui ovviamente si trova la Morinda Citrifolia (detta anche Noni)? E’ a conoscenza del fatto che alcune ASL stiano somministrando l’Ausilium alle loro pazienti, con ottimi risultati? Sa che è lo stesso Ministero della salute ad aver promosso l’uso di integratori alimentari in sostituzione della terapia antibiotica (questa sì, inefficace e piena di effetti collaterali) proprio in caso di cistite? Ha consultato qualche medico prima di trarre le sue conclusioni? Fior di specialisti prescrivono il prodotto in questione a uomini e donne affetti da cistite, monitorandone di continuo i miglioramenti. Attenzione, qui non stiamo comparando i prezzi di pere e susine, se si vuole andare a fondo alla questione lo si faccia, ma con piglio e metodo scientifico, non sollevando polveroni in modo del tutto avventato senza neppure documentarsi seriamente! Qui si tratta un prodotto Italiano, fabbricato in Italia, con tutte le certificazioni del caso, seguendo ferree regole produttive e di sicurezza, alla stregua di uno sconosciuto prodotto proveniente da chissà quale oscuro angolo della Cina, non soggetto a controlli, e venduto al mercato nero. Lo stesso giornale che non si cura di documentarsi in un campo così delicato, né di ascoltare le testimonianze di migliaia di donne che hanno tratto giovamento dall’utilizzo del prodotto, e che si trincera dietro la giustificazione di “non aver trovato pubblicazioni scientifiche” sull’Ausilium (quando sarebbe bastato cercare meglio fra gli studi riguardanti i suoi principali componenti) dà prova poi di un bizzarro trasformismo sulle sue stesse pagine, quando si perita di pubblicare la lettera di un singolo consumatore che afferma di aver trovato giovamento dal consumo massiccio di un normale alimento (un particolare tipo di noce). In quel caso Altroconsumo avverte: “un singolo caso non può fare letteratura”. D’accordissimo, allora perché pubblicarlo? O meglio, perché non pubblicare le testimonianze positive di tutte quelle persone che utilizzando Ausilium, ne testimoniano l’efficacia? Doppiopesismo? Semplice pigrizia? Impossibilità di reperire le fonti? Ma un bravo giornalista non dovrebbe essere in grado di rintracciare le notizie riguardanti la materia che sta trattando? Specie nell’era di internet, quando basta un semplice click per visualizzare migliaia di voci contenenti tali informazioni? O siamo in presenza di una preoccupante autoreferenzialità, tale da non permettere di confrontarsi con il mondo circostante? Non fa parte del dovere del giornalista documentarsi al meglio? Non crede di doverlo ai propri lettori? Non mi interessa difendere Ausilium, un prodotto che comunque, da quando è apparso, tre anni circa, ha aiutato tantissime persone ad uscire dall’incubo della cistite, senza esporle a continue terapie antibiotiche, ma voglio capire a questo punto quanto sia attendibile una rivista il cui metodo inquisitorio e privo di fondamento sembra più improntato ad un approccio di tipo scandalistico che di tipo scientifico.E ancora, non leggo nessuna firma in calce a questo articolo, cosa molto grave, perché mi piacerebbe sapere chi può permettersi di muovere delle accuse senza portare alcuna prova o riferimento bibliografico di quanto afferma. Inoltre sarebbe stato più corretto specificare se la persona in questione abbia scritto con cognizione di causa, e cioè se siamo in presenza di un dottore, perché quando si parla di salute io personalmente preferirei un parere medico ad uno giornalistico.

  4. Siamo in piena caccia alle streghe!Fra inesattezze, omissioni, allarmismo gratuito, leggerezze, trovo che quest’articolo sia un compendio di incompetenza, scorrettezza e cattivo giornalismo.Altroconsumo dovrebbe essere dalla parte dei consumatori, così almeno ho sempre creduto. Ma mi aspettavo un po’ più di competenza, ed un po’ di rispetto per quei consumatori che dice di voler tutelare. Pubblica delle notizie allarmanti e infondate, salvo poi confutarle in prima persona. Omette informazioni importanti, che permetterebbero al consumatore di farsi un’idea precisa e completa, e non se ne capisce il motivo. Lancia il sasso e nasconde la mano. Ma quel che è peggio ignora (o finge di ignorare?) le leggi vigenti, che, nel caso specifico, hanno già fatto il lavoro che Altroconsumo propugna come “necessario”. Ma andiamo con ordine: come si può, nella stessa frase, citare un articolo creando allarmismo, e poi ammettere che non era riferito al prodotto in questione? – Oltretutto la citazione è sbagliata! L’articolo cui fa riferimento traeva le conclusioni opposte!!! “Gli studi effettuati sulla somministrazione ad animali ed umani di dosi elevate di succo di Noni non hanno riportato effetti negativi a livello epatico. Inoltre gli Antrachinoni nel frutto del Noni sono presenti in quantità insufficienti per possedere la struttura chimica necessaria a causare danni al tessuto epatico.” (World Journal of Gastroenterology ISSN 1007 – 9372, The WJP, 2006) Una seria confutazione scientifica dovrebbe sempre riportare le fonti bibliografiche (e leggerne gli articoli fino in fondo, se possibile, non solo il titolo!) Reputo inammissibile una tale leggerezza, che mette sotto una luce sospetta l’intera testata giornalistica. Quanto poi alla richiesta di “vigilanza” e “sicurezza”, siamo sicuri che chi scrive conosca davvero il nostro Sistema Sanitario Nazionale (per quanto se ne dica, uno dei migliori al mondo)? Sa, ad esempio, che un prodotto, prima di essere immesso in commercio, viene comunicato al Ministero della Salute? E’ a conoscenza dell’esistenza di una cosa che si chiama “Lista Ministeriale delle Piante Ammesse” (quindi sicure), stilata appunto da un organo di vigilanza in cui ovviamente si trova la Morinda Citrifolia (detta anche Noni)? E’ a conoscenza del fatto che alcune ASL stiano somministrando l’Ausilium alle loro pazienti, con ottimi risultati? Sa che è lo stesso Ministero della salute ad aver promosso l’uso di integratori alimentari in sostituzione della terapia antibiotica (questa sì, inefficace e piena di effetti collaterali) proprio in caso di cistite? Ha consultato qualche medico prima di trarre le sue conclusioni? Fior di specialisti prescrivono il prodotto in questione a uomini e donne affetti da cistite, monitorandone di continuo i miglioramenti. Attenzione, qui non stiamo comparando i prezzi di pere e susine, se si vuole andare a fondo alla questione lo si faccia, ma con piglio e metodo scientifico, non sollevando polveroni in modo del tutto avventato senza neppure documentarsi seriamente! Qui si tratta un prodotto Italiano, fabbricato in Italia, con tutte le certificazioni del caso, seguendo ferree regole produttive e di sicurezza, alla stregua di uno sconosciuto prodotto proveniente da chissà quale oscuro angolo della Cina, non soggetto a controlli, e venduto al mercato nero. Lo stesso giornale che non si cura di documentarsi in un campo così delicato, né di ascoltare le testimonianze di migliaia di donne che hanno tratto giovamento dall’utilizzo del prodotto, e che si trincera dietro la giustificazione di “non aver trovato pubblicazioni scientifiche” sull’Ausilium (quando sarebbe bastato cercare meglio fra gli studi riguardanti i suoi principali componenti) dà prova poi di un bizzarro trasformismo sulle sue stesse pagine, quando si perita di pubblicare la lettera di un singolo consumatore che afferma di aver trovato giovamento dal consumo massiccio di un normale alimento (un particolare tipo di noce). In quel caso Altroconsumo avverte: “un singolo caso non può fare letteratura”. D’accordissimo, allora perché pubblicarlo? O meglio, perché non pubblicare le testimonianze positive di tutte quelle persone che utilizzando Ausilium, ne testimoniano l’efficacia? Doppiopesismo? Semplice pigrizia? Impossibilità di reperire le fonti? Ma un bravo giornalista non dovrebbe essere in grado di rintracciare le notizie riguardanti la materia che sta trattando? Specie nell’era di internet, quando basta un semplice click per visualizzare migliaia di voci contenenti tali informazioni? O siamo in presenza di una preoccupante autoreferenzialità, tale da non permettere di confrontarsi con il mondo circostante? Non fa parte del dovere del giornalista documentarsi al meglio? Non crede di doverlo ai propri lettori? Non mi interessa difendere Ausilium, un prodotto che comunque, da quando è apparso, tre anni circa, ha aiutato tantissime persone ad uscire dall’incubo della cistite, senza esporle a continue terapie antibiotiche, ma voglio capire a questo punto quanto sia attendibile una rivista il cui metodo inquisitorio e privo di fondamento sembra più improntato ad un approccio di tipo scandalistico che di tipo scientifico, E ancora, non leggo nessuna firma in calce a questo articolo, cosa molto grave, perché mi piacerebbe sapere chi può permettersi di muovere delle accuse senza portare alcuna prova o riferimento bibliografico di quanto afferma. Inoltre sarebbe stato più corretto specificare se la persona in questione abbia scritto con cognizione di causa, e cioè se siamo in presenza di un dottore, perché quando si parla di salute io personalmente preferirei un parere medico ad uno giornalistico.

  5. Scrivo anch’io per esprimere un parere su quanto indicato nell’articolo. Io ho sofferto di cistiti recidivanti per anni ed ho risolto il problema proprio grazie a d-mannosio e succo di noni.Io non ho usato Ausilium, ma il d-mannosio puro e ho consumato e continuo a consumare ancora adesso proprio quel succo di noni che, stando all’articolo, è così dannoso. A tutt’oggi gli effetti collaterali da me rilevati sono pari a zero.In compenso non ho più cistite ed ho avuto una drastica riduzione di dolori mestruali e dolori lombari.Non ho letto da nessuna parte di casi di gravi danni epatici causati dal noni, a parte nel sito di un venditore di succo di noni, nel quale era indicato di usare cautela in caso di danni PREESISTENTI al fegato (cirrosi, epatite), pur non essendo documentata la nocività del prodotto.Quindi mi chiedo come e dove il giornalista in questione si sia documentato.

  6. Mi sembra giusto che i lettori delle pagine presenti su questo blog tratte da Altroconsumo, sappiano cos’è realmente Altroconsumo.Dal sito dell’ ADUSBEF (reale ASSOCIAZIONE proconsumatori!)“CONSUMATORI: IL CONSIGLIO DI STATO CANCELLA DALL’ORGANISMO PUBBLICO DELLE ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI L’ASSOCIAZIONE ALTROCONSUMO. NON AVEVA DEMOCRAZIA INTERNA E (aveva) CONNESSIONI CON IMPRESE DI CAPITALI CON SCOPO DI LUCROACCOLTO IL RICORSO DI CODACONS ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI: ALTROCONSUMO NON HA I REQUISITI DI LEGGE PER FAR PARTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE CONSUMATORI E UTENTI (CNCU). MILIARDI DI VECCHIE LIRE INCASSATI PER PROGETTI STATALI DOVRANNO ESSERE RECUPERATI E REDISTRIBUTI ALLE ALTRE ASSOCIAZIONI. IL SUPREMO GIUDICE AMMINISTRATIVO BOCCIA ANCHE LA SOCIETA’ CHE CONTROLLA ALTROCONSUMO. E’ SOCIETA’ CON FINI DI LUCRO E NON ASSOCIAZIONE: ORA CAMBIERANNO GLI ASSETTI ANCHE NELLE ASSOCIAZIONI EUROPEE DI CUI IL GRUPPO NON POTRA’ PIU’ FARE PARTE ANCHE A “MIMANDARAITRE” ALTROCONSUMO PRESENTAVA TEST PARATIVIIl Consiglio di Stato, VI sez. (Presidente Mario Egidio Schinaia, Relatore Roberto Chieppa) ha accolto il ricorso del Codacons – appoggiato da Adusbef e Federconsumatori – contro l’inserimento dell’associazione di consumatori ALTROCONSUMO tra le associazioni riconosciute dalla legge 281/98 e facenti parte del CNCU.Il Consiglio di Stato, con una decisione inappellabile ha accertato che:“la maggioranza del principale organo dell’associazione Altroconsumo non è espressione dei soci e quindi non è eletta su base democratica, ma è nominata da soggetti terzi che assumono così il reale controllo dell’associazione ed hanno gli strumenti per impedire anche modifiche statutarie idonee a ripristinare un ordinamento a base democratica” […]“I descritti elementi conducono a ritenere che il sistema elettorale individuato dallo Statuto non sia rispondente ad un ordinamento su base democratica, tenuto conto sia dell’assenza nello Statuto di garanzie idonee a rendere meno vulnerabile il voto per corrispondenza, sia delle concrete modalità con cui sono state effettuate le votazioni, che confermano tali carenze.Ma non basta: il CdS ha accertato che il Presidente di Altroconsumo avv. Paolo Martinello è anche Presidente del consiglio di amministrazione di Altroconsumo edizioni s.r.l., Presidente del consiglio di amministrazione di Altroconsumo edizioni finanziarie s.r.l., nonché membro del consiglio di amministrazione di Altroconsumo immobili s.r.l. e di Euroconsumers S.A. (già Conseur S.A.).“Tutte queste società sono legati da rapporti di gruppo: Euroconsumers detiene il 70% di Altroconsumo edizioni s.r.l., che a sua volta deteneva una quota di Euroconsumers, poi ceduta e detiene la totalità delle quote di Altroconsumo immobili s.r.l. e di Altroconsumo edizioni finanziarie s.r.l.Le quote di Conseur sono detenute da altre associazioni e da una persona fisica; mentre l’associazione Altroconsumo ha il 30% di Editoriale Altroconsumo s.r.l..Dal 2003 l’Avv. Martinello è membro del consiglio di amministrazione anche di ESTCF S.A. e di Deco Proteste Lda, entrambi facenti parte del gruppo Conseur. “Spiegano i giudici del CdS:“ Conseur S.A. non può essere definita una associazione di consumatori, ma è una società che opera nel settore del consumo, che produce utili e soprattutto che può ripartire tali utili tra gli azionisti (tra cui figura anche una persona fisica oltre ad altri enti), come previsto dall’art. 18 del suo Statuto. […]Deve quindi essere annullato il decreto del 28 novembre 2002, nella parte in cui il Ministero delle attività produttive ha incluso Altroconsumo nell’elenco delle associazioni dei consumatori”.“Si tratta di ridare credibilità all’associazionismo e smetterla con il presentare in Tv strutture che sono multinazionali con fini di lucro come fossero associazioni di tutela della gente: la decisone del CdS – commenta Carlo Rienzi – è molto importante e finalmente caccia dal panorama del vero associazionismo chi ha bilanci di centinaia di milioni nei gruppi finanziari ed economici internazionali di cui fa parte”.

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