IL MAFIOSISSIMO MOLISE

di Paolo De Chiara (dechiarapaolo@gmail.com)

maf.jpg“Isernia è il ventre nero del Molise. Qui c’è una democrazia sospesa”. In questo modo il giornalista Alberico Giostra, intervenuto nel capoluogo pentro per presentare il suo libro ‘Il Tribuno’, si è soffermato sulla situazione molisana. “Il problema – secondo Giostra – è un circuito perverso che c’è tra cattiva giustizia, cattivo giornalismo e cattiva politica. E’ un circuito mefitico, mafioso che non vedo nemmeno in Sicilia. Il Molise sembra un’isola beata, ma è una realtà mafiosissima, dove non c’è la lupara, dove non ammazzano, non ci sono crimini. C’è una mentalità mafiosa incredibile. Sono sconcertato dalle cose che ho visto in questa Regione. Sono rimasto attaccato a voi perché non riesco a rendermi conto di come l’Italia non conosca questa Regione per quello che è. E’ una Regione in cui la mafia viene sublimata, gli vengono tolti tutti gli aspetti più spettacolari e resta la pura mentalità mafiosa. Il circuito negativo (cattiva giustizia, cattivo giornalismo e cattiva politica) stronca la democrazia”. Non è il primo giornalista che pone dei seri e preoccupanti interrogativi sul Molise. I segnali sono chiari e precisi. La criminalità in Molise fa i suoi sporchi affari. Il grido di allarme, colto da pochissimi, è stato lanciato anche durante il 235° anniversario della Guardia di Finanza. Le infiltrazioni ci sono e riguardano tutta la Regione. La politica per il momento preferisce guardare dalla finestra. Ora più che mai è necessario un intervento deciso e forte da parte di tutti. Anche dei cittadini. Dopo il sequestro dei beni del boss di Sant’Anastasia (pari a due milioni di euro) a Cantalupo del Sannio, un’altra operazione si è registrata nel territorio venafrano (“Il clan casertano dei Casalesi esercita una sua influenza nella zona di Venafro in Molise”, dal rapporto della Confcommercio ‘Mani del crimine sulle Imprese’ del 2006). Questa volta la Guardia di Finanza di Napoli, insieme all’Agenzia Tributaria spagnola del “Departemento de Aduanas e Impuestos Especiales Vigilancia Aduanera”, ha messo le mani su una banda di trafficanti di droga. L’operazione, coordinata dal gip del Tribunale di Napoli, ha portato al sequestro di beni per un valore di 10 milioni di euro. A Venafro sono stati posti i sigilli ad una società di autotrasporti del camorrista Luigi Nocerino. Il 38enne latitante sembrerebbe essere a capo di un’organizzazione di trafficanti internazionali di sostanze stupefacenti che riforniva diversi clan della camorra napoletana. Perché non si comincia a fare chiarezza? Il Molise deve avere il coraggio di dire ‘no’ alla criminalità organizzata. Non è più il tempo di parlare di “rischio” di infiltrazioni delle mafie. In questa Regione esistono e operano da tempo. Nel carcere di Larino, nel 1981, vi erano noti camorristi come Carmine Schiavone (il primo collaboratore del clan sanguinario dei casalesi, lo stesso che minaccia di morte lo scrittore Roberto Saviano, il magistrato Raffaele Cantone, la giornalista Rosaria Capacchione, l’On. Lorenzo Diana e molti altri). Dall’interrogatorio del 3 giugno del 1993 si apprende che nel carcere di Larino vi erano incontri tra gli appartenenti del clan dei casalesi. Chi è che parla è il pentito Carmine Schiavone: “Nel 1981 ero detenuto nel carcere di Larino. Mi fu comunicato nel corso di un colloquio che ebbi con mio cugino “Sandokan” e con Nicola Schiavone e Salzillo Antonio, che si era tenuta in Marano, in zona Vallesana, tenimento dei Nuvoletta, una riunione tra cutoliani e anticutoliani. Si era cercato di frenare la espansione dell’organizzazione di Raffaele Cutolo. Per questa organizzazione avevano partecipato alla riunione, tra le persone che ricordo, Pasquale Cutolo, Enzo Casillo, Corrado Iacolare, Davide Sorrentino ed altri. Per l’organizzazione opposta avevano partecipato, Antonio Bardellino, “Sandokan”, Mario Iovine, Raffaele Ferrara e, naturalmente, i Nuvoletta, la riunione non sortì, per la nostra organizzazione, alcun risultato, soprattutto a causa dell’atteggiamento titubante dei Nuvoletta, i quali, in quel momento, non volevano “guerre all’ultimo sangue” avendo notevoli interessi, soprattutto tramite le imprese di Agizza e Romano che lavoravano, senza essere disturbati,anche in zone dominate da influenza cutoliana”. In Molise la presenza delle mafie c’è sempre stata. Ma sino ad oggi si è dormito. Il lungo letargo deve finire. Bisogna ribellarsi per riassaporare il profumo di legalità. Il giornalista Giostra, riferendosi ad una vicenda precisa, ha dichiarato: “I carabinieri in Molise sono stati massacrati, vilipesi e calunniati. E’ stata distrutta tutta la squadra di Bandelli e non c’è stata nessuna forza politica che abbia preso le difese di questi militari che hanno cercato di far rispettare la legge”. E’ arrivato il momento di reagire tutti insieme per il bene di questa Regione e di tutto il Paese. E’ finita la favola dell’isola felice

IL MAFIOSISSIMO MOLISEultima modifica: 2009-07-15T17:00:00+02:00da consumatori
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