“Italiani, brava gente”. Era il titolo di un film, degli anni ’60, sulla seconda guerra mondiale, fronte russo. Non si capisce perche’, dichiarando guerra, eravamo “brava gente”. Misteri che si ripropongono a proposito dei cibi italiani. Se tali sono buoni, se sono esteri iniziano i dubbi. La cronaca, passata e recente, si e’ incaricata di smentire tale sicumera ma il tema si ripropone con una distinzione che non sempre e’ chiara tra cibi contraffatti, o adulterati, e globalizzati. E’ ovvio che sui primi non c’e’ da discutere: vanno respinti e denunciati. Su quelli globalizzati occorre dare informazioni per evitare inutili allarmismi. La pasta e’ fatta con grano duro che per il 60% e’ proveniente dall’estero, se cosi’ non fosse sarebbe appannaggio di una minoranza della popolazione; il pane, 60% produzione da grano italiano, lo mangerebbe una parte della popolazione; la stragrande maggioranza di latte e derivati, 80%, non parla italiano visto che assorbiamo tutta la produzione nostrana, ma non basta alle italiche esigenze; il 90% del tonno mediterraneo lo esportiamo e quello che mangiamo e’ oceanico; due prosciutti su tre sono esteri nonostante la nostra fama di produttori; importiamo il 15% di passata di pomodoro dalla Cina e, addirittura, dalla sola Olanda (!!!) 50mila tonnellate l’anno di pomodoro da tavola.
Cibi falsificati. C’e’ una certa confusione tra cibi globalizzati e falsificati
Cibi falsificati. C’e’ una certa confusione tra cibi globalizzati e falsificatiultima modifica: 2010-09-09T13:01:00+02:00da
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