Gli ascoltatori delle radio da qualche giorno hanno notato che il palinsesto musicale è cambiato. Mancano le nuove hit, da Marco Carta (“Quello che dai”) a Noemi (“Vertigini”). Il motivo? La tensione tra Consorzio Fonografici SCF (riunisce la major discografiche) e le radio. La SCF ha chiesto di alzare i diritti fonografici dall’1 al 4% secondo media europea. Le radio hanno trovato esagerata la richiesta e, per ora, non trasmettono i nuovi brani.
“Questa situazione va avanti dal dicembre 2006 quando è scaduto il contratto- spiega a Tgcom Saverio Lupica, presidente della SCF (che include le case discografiche Emi, Universal, Sony, Warner, Nar e Sugar) -. Abbiamo fatto la richiesta iniziale di alzare i diritti dall’1% al 2%, oggi le radio pagano comunque meno del 2%. Ma non è stato raggiunto nessun accordo a dicembre 2008. Poi siamo passati a un altro piano di discussione chiedendo di stabilire un equo compenso della percentuale calcolando il minimo dei diritti applicati dalla Spagna del 2,16% e quello massimo francese del 5,8%. In sostanza si arriva a una richiesta del 4%. Siamo stati disponibili, abbiamo provato una conciliazione ma alla prima udienza, dopo mesi di promesse, è saltato tutto da parte delle radio.
Una richiesta piombata sulla testa dei direttori delle radio che sembrano essere rimasti spiazzati dalla decisione. Nelle prossime ore comunicheranno sicuramente una posizione decisa e netta rispetto a tutta la questione. Per adesso non resta far altro che affidarsi alla Rete e ai canali ufficiali di vendita dei dischi in digitale per ascoltare nuovi album e i singoli degli artisti più amati.