L’ASSOCIAZIONE DENUNCIA IL MINISTERO DELLA SALUTE E AVVIA AZIONI RISARCITORIE IN FAVORE DEI CITTADINI
INDAGARE ANCHE SU RAPPORTI TRA MEDICI E AZIENDE PRODUTTRICI
INTANTO 180 DONNE CON LE PROTESI PIP CHIEDONO 1.800.000 EURO DI RISARCIMENTO CON IL CODACONS E IL DIRITTO A RIFARE IMPIANTO A CARICO DEL SSN
La pericolosità delle protesi metallo su metallo era già nota alle autorità sanitarie italiane a partire dall’anno 2001, ma solo di recente nel nostro paese sono stati adottati provvedimenti a tutela della salute dei cittadini. Lo denuncia oggi il Codacons, che a conferma di tale circostanza riporta un articolo pubblicato nel 2001 su una importante rivista scientifica italiana di ortopedia, che dimostra chiaramente i rischi connessi a tali impianti. Altri paesi come la Francia – ricorda il Codacons – già a partire dagli anni ’90 adottarono provvedimenti relativi alle protesi metallo su metallo, come forma di tutela dei propri cittadini, mentre da noi nessuno si è mosso.
Ecco cosa dice l’articolo in questione: