Dopo la cremazione si riciclano i metalli

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Impianti del ginocchio al titanio, protesi dell’anca in cobalto-cromo, maniglie e chiodi della bara, elementi ornamentali di zinco: dopo la cremazione rimane un bel po’ di metallo. Un’azienda olandese lo raccoglie, lo separa e lo vende per conto dei crematori. Ma è giusto riciclare la protesi della nonna?

Da vivi, un buon impianto sostitutivo dell’articolazione perduta può costare come un’utilitaria; da morti, perde funzione e valore. Però quel che resta può ancora dare guadagno, come dimostra Ruud Verberne con la sua società Orthometals a Zwolle in Olanda.
I cadaveri vengono cremati a 900 gradi mentre per fondere il titanio ne servono 1668. Così i metalli durano e vengono poi buttati via o sotterrati. Orthometals, invece, consegna ai crematori i bidoni per raccoglierli; una volta all’anno questi vengono ritirati, e nello stabilimento si separa il contenuto dei 200-250 contenitori provenienti dall’Europa più una ventina da Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanda. La quantità di metallo di ogni crematorio è documentata.

Dopo la cremazione si riciclano i metalliultima modifica: 2012-03-30T14:00:00+02:00da consumatori
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