Scandali pubblici. Quando moralismo e magistratura non bastano

corruzione.jpgda Aduc – di Primo Mastrantoni

In queste settimane una serie di “scandali” ha coinvolto vari esponenti istituzionali di entrambi i segni. Lo sdegno e’ grande, la sfiducia anche. La Corte dei Conti stima in 60 miliardi l’affaire della corruzione pubblica. Come se ne esce? L’azione della magistratura nei primi anni del ’90 (Tangentopoli) non ha prodotto i risultati sperati. Sembra che tutto prosegua come prima nonostante gli interventi di allora e di oggi. Una proposta molto semplice potrebbe ridurre il budget della corruzione, si chiama semplificazione amministrativa. Il che non significa solo diminuire il numero delle carte, bollate o meno, che il cittadino o una impresa devono depositare negli uffici pubblici, ma ridurre l’apparato burocratico amministrativo e relative funzioni. Se lo Stato, e relative propaggini, deve stabilire quante edicole ci devono essere in una citta’ e probabile che si scateni la lotta all’accaparramento: chi e’ piu’ “raccomandato” avra’ maggiori probabilita’ di successo. Se riuscissimo a liberarci da lacci e lacciuoli che imbrigliano il cittadino, probabilmente i livelli di corruzione diminuiranno. Il decreto sulle liberalizzazioni era una buona occasione. Peccato che la si sia persa.

Scandali pubblici. Quando moralismo e magistratura non bastanoultima modifica: 2012-03-24T12:00:00+01:00da consumatori
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