Siamo tutti facilmente spiabili. Tanto che, forse, sta già accadendo. È l’ultimo inquietante scoop messo a segno da Wikileaks in partnership con il Bureau of Investigative Journalism (BIJ) e Privacy International, organizzazione britannica che si batte per il rispetto della privacy. Una pletora di società private sparse per il mondo, Italia compresa, è infatti in grado di offrire, spesso al miglior offerente, tecnologie capaci di monitorare email, sms e telefonate «di un’intera popolazione». Sistemi che – se consegnati agli aguzzini di spietati regimi – possono essere letali «quanto un proiettile».
«Nel corso degli ultimi 10 anni – ha detto Julian Assange durante la presentazione dell’inchiesta, soprannominata SpyFiles – è fiorita un’industria internazionale che fornisce ai servizi segreti degli stati equipaggiamenti capaci di sorvegliare masse di persone. Quelle aziende ora stanno esportando i loro prodotti in giro per il mondo in modo incontrollato».