Reato di omicidio stradale. Non serve alla sicurezza ma solo alla propaganda

reato di omicidio stradale. non serve alla sicurezza ma solo allda Aduc – di Vincenzo Donvito
 
 In primis il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, e ora anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni, stanno conducendo una campagna estiva perche’ chi, guidando in stato di alterazione per alcool o stupefacenti, commette un omicidio, non sia piu’ incolpato del reato di omicidio colposo ma volontario. Un tradizionale appello alla pancia piuttosto che al cervello, metodo che caratterizza un populismo che, in genere, serve a soddisfare la voglia di mostrarsi di chi propone che a risolvere problemi, nella fattispecie la sicurezza stradale.
E’ la proposta in se’ che non regge, perche’ sarebbe il caso il caso -improbabile pur se gia’ previsto dalla legge- di chi, dopo essersi ubriacato o drogato, si mette volutamente al volante con l’intento di ammazzare qualcuno, trasformare la colpa (reato commesso ma non voluto) in dolo (reato che si e’ appositamente voluto commettere) e’ incostituzionale e viola i più elementari principi del diritto della tradizione giuridica occidentale: sorgerebbe una sorta di responsabilita’ oggettiva che contraddice i principi garantisti della Costituzione in materia penale.
Ci domandiamo perche’ non si limitino, per esempio, a proporre di inasprire le aggravanti, con sanzioni adeguate all’intensita’ della colpa… ma forse cosi’ non si mostra la mascella maschia e dura della presunta forza della legge, e l’effetto mediatico e’ minore.
Reato di omicidio stradale. Non serve alla sicurezza ma solo alla propagandaultima modifica: 2011-08-22T12:00:00+02:00da consumatori
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