Che pesce mangiamo? Rapporto della Commissione UE a Slow Fish

slow.jpgda Help Consumatori

Filetti di lupo di mare di poco pregio venduti per costosi filetti di sogliola, oppure merluzzo pescato nel Mare del Nord “spacciato” per merluzzo del Mar Baltico: ecco 2 esempi di frode nel settore della pesca. Fortunatamente le tecnologie molecolari, basate sulla genetica, la genomica, la chimica e la medicina legale, possano aiutare a smascherare queste frodi, dando risposte precise a domande come “da che specie di pesce viene questo prodotto, dove è stato pescato, è di allevamento o no”.

E’ quanto dimostra un rapporto della Commissione europea presentato oggi a Genova nell’ambito della Fiera Slow Fish. Due delle tecniche fraudolente più diffuse nel settore della pesca sono l’indicazione, in etichetta, di un nome falso della specie di pesce o del prodotto della pesca venduto oppure la dichiarazione di una falsa origine geografica.

Che pesce mangiamo? Rapporto della Commissione UE a Slow Fishultima modifica: 2011-05-30T14:00:00+02:00da consumatori
Reposta per primo quest’articolo