Filetti di lupo di mare di poco pregio venduti per costosi filetti di sogliola, oppure merluzzo pescato nel Mare del Nord “spacciato” per merluzzo del Mar Baltico: ecco 2 esempi di frode nel settore della pesca. Fortunatamente le tecnologie molecolari, basate sulla genetica, la genomica, la chimica e la medicina legale, possano aiutare a smascherare queste frodi, dando risposte precise a domande come “da che specie di pesce viene questo prodotto, dove è stato pescato, è di allevamento o no”.
E’ quanto dimostra un rapporto della Commissione europea presentato oggi a Genova nell’ambito della Fiera Slow Fish. Due delle tecniche fraudolente più diffuse nel settore della pesca sono l’indicazione, in etichetta, di un nome falso della specie di pesce o del prodotto della pesca venduto oppure la dichiarazione di una falsa origine geografica.