Telefonia. Legge Bersani e diritto di recesso: battuta d’arresto dal Consiglio di Stato

diritto_civile.jpgda Aduc – di Elisa Fontanelli

All’indomani della entrata in vigore della legge Bersani-bis, avevamo avuto occasione di soffermarci sulle problematiche che ruotano intorno al recesso anticipato da un contratto concluso con operatori di comunicazioni elettroniche: alcuni aspetti non chiari della normativa sono stati da subito fonte di problemi pratici che i gestori hanno risolto in senso sfavorevole per l’utente, come quelli sull’applicabilita’ anche ai contratti conclusi da professionisti (cd. contratti business), o quelli relativi all’individuazione del significato dell’espressione “costi dell’operatore”.
Le decisioni dell’Agcom nei mesi successivi, così come
le linee guida diramate ad hoc, hanno contribuito non poco a delineare l’ambito applicativo della normativa e, fortunatamente, in questi tre anni la consapevolezza degli utenti sull’esercizio di tale facolta’, ha spesso neutralizzato i tentativi dei gestori di ottenere pagamenti non dovuti.
Il Consiglio di Stato, pero’, ha recentemente emesso una sentenza, n. 1442/2010, che ridisegna i confini dei “costi dell’operatore”, che la legge Bersani aveva fatto salvi. E’ facile immaginare che da ora la liberta’ di recedere subira’ una battuta di arresto.

Telefonia. Legge Bersani e diritto di recesso: battuta d’arresto dal Consiglio di Statoultima modifica: 2010-07-26T11:00:00+02:00da consumatori
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