Un passo avanti nella diffusione di buone pratiche di conciliazione famiglia-lavoro in Italia. È quello compiuto con la firma dell’accordo tra la Nestlé e i sindacati di categoria per l’introduzione del telelavoro. Una modalità di lavoro che oggi interessa ancora pochissimi lavoratori in Italia: poco più del 3%, secondo un recente sondaggio di Dynamic Markets, contro il 16% in Europa.
L’accordo appena siglato ha avviato una sperimentazione che permetterà alle persone di tutte le sedi del Gruppo Nestlé in Italia di svolgere la propria attività anche in remoto utilizzando strumenti telematici. Con un approccio flessibile alla prestazione lavorativa, alternando momenti di presenza in azienda al lavoro da casa. «L’accordo sul telelavoro – ha dichiarato Fausto Palumbo, responsabile risorse umane di Nestlé in Italia – è tra i più completi nel panorama industriale nazionale e rappresenta una soluzione concreta a disposizione delle nostre persone, che sono la nostra risorsa più preziosa». E potrebbe ora anche essere preso a riferimento dalle tante aziende, spesso filiali di multinazionali o comunque di medio- grandi dimensioni, che si stanno muovendo sul terreno del cosiddetto work-life balance. Anche se solamente una piccola minoranza (un’azienda su dieci, secondo una ricerca appena effettuata da Gi Group) ha una precisa conoscenza delle opportunità previste ad esempio dalla normativa (legge 53/2000) per la promozione della conciliazione famiglia-lavoro.
Telelavoro, sperimentazione alla Nestlé
Telelavoro, sperimentazione alla Nestléultima modifica: 2010-07-23T14:00:00+02:00da
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