Mancanza di pianificazione e progettazione di base carente, che hanno portato i Comuni a «inseguire solo le disponibilità finanziarie piuttosto che le reali esigenze» dei territori. È netto il giudizio della Corte dei Conti sulla (mancata) attuazione del Piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici, con particolare riguardo a quelli situati in zone a rischio sismico. Redatto dai ministeri delle Infrastrutture e dell’Istruzione e inserito nel Programma delle infrastrutture strategiche della Legge obiettivo del 2001, il Piano prevede interventi per 4 miliardi di euro, relativamente a 22.258 scuole, poco più della metà delle 42mila totali. Al 31 dicembre 2009, secondo la relazione della Corte dei Conti, i lavori aggiudicati o affidati erano appena 463, il 29% dei 1.593 programmati. Di questi, ne risultano attivati 1.219 (77%), mentre sono non avviati 374 (23%). I contratti di mutuo stipulati sono 971 (61%), mentre, annotano i magistrati contabili, con riguardo in particolare al primo Programma stralcio, solo 137 interventi sono stati ultimati e 39 quelli completati del secondo Programma stralcio. Oltre alla complessa procedura di individuazione degli interventi, che ha coinvolto i ministeri, le Regioni, gli enti locali e il Cipe, sono diverse le circostanze che, sempre secondo la Corte dei Conti, hanno «influenzato negativamente » la messa in sicurezza delle scuole italiane. Tra queste, il ritardo nell’avvio della concertazione tra Ministero e Regioni e «l’obbligatorietà dell’autorizzazione preventiva all’utilizzo dei contributi pluriennali, introdotta dalla finanziaria 2007, che ha di fatto impedito agli enti attuatori di stipulare i contratti di mutuo per circa un anno».
Scuole e sicurezza: interventi a rilento
Scuole e sicurezza: interventi a rilentoultima modifica: 2010-07-22T14:00:00+02:00da
Reposta per primo quest’articolo