La Conferenza internazionale sull’Aids dia enfasi «alla necessità dell’accesso universale ai farmaci e ai programmi di appoggio» e «i governi capiscano che non si possono abbandonare le popolazioni dei Paesi poveri». Lo chiede monsignor Robert Vitillo, rappresentante della Caritas Internationalis alla Conferenza internazionale di Vienna. «Sono 33 milioni nel mondo – ricorda il religioso – le persone infettate dal virus Hiv/Aids ma solo il 40% ha accesso alle cure. I problemi più seri sono nell’Africa australe. Nei giorni precedenti un centinaio di partecipanti di agenzie cattoliche di 23 Paesi si sono incontrati a Vienna per scambiare buone prassi».
La rete Caritas presenterà alla Conferenza la Campagna «Haart for children», per le cure ad uso pediatrico. Caritas Austria ha raccolto 20mila firme coinvolgendo 5mila giovani per chiedere al proprio governo di appoggiare la campagna. Molti Paesi occidentali, tra i quali gli Stati Uniti e alcuni governi europei, compresa l’Italia – ricorda monsignor Vitillo – hanno promesso di appoggiare i programmi per fornire cure ai Paesi poveri. Ora sembra che stiano cambiando le loro priorità a causa della crisi economica. Ma senza i fondi tutti i progressi verranno vanificati e la gente comincerà a morire di nuovo. Anche perché solo il 40% dei malati ha accesso alle cure. Non bisogna ridurre i soldi ma aumentarli. Bisogna rendersi conto che la cura dell’Aids è un investimento per il futuro, non un problema».