Bizioli: ma le tasse potrebbero crescere

TASSE.jpgdi PIETRO SACCÒ – da L’Avvenire

Q
ualche risparmio, di si­curo, ci sarà. «Attenzio­ne, però: parliamo di ri­sparmi per lo Stato cen­trale. I contribuenti delle Regio­ni meno efficienti, invece, pro­babilmente finiranno con il pa­gare più tasse». Gianluigi Bizio­li insegna Diritto tributario al­l’Università di Bergamo e fa par­te del comitato scientifico della Fondazione Achille Grandi per il Bene Comune. Nella riforma e­laborata dal governo vede «un grandissimo pregio» ma anche diversi difetti.
Partiamo dal pregio, allora…

Questa legge, finalmente, dà un soluzione al grande problema
della spesa pubblica regionale, garantendo allo Stato risparmi che, se non arriveranno ai 10 mi­liardi delle stime, comunque ci saranno. Inoltre introduce, per gli enti locali, una responsabi­lizzazione che oggi manca qua­si del tutto. Non è possibile che un parto cesareo in Lombardia costi 1.800 euro e in Umbria 3mila, è inaccettabile che ci sia­no aree con un tasso d’evasione fiscale del 10% e altre dove le ric­chezze nascoste al fisco arriva­no al 30%; queste distanze irra­zionali devono essere ridotte.

La riforma non va proprio in questa direzione?

Il fatto è che non c’è federalismo fiscale se non si lascia alle Re­gioni potestà fiscale, cioè la pos­sibilità di decidere come tassa­re i propri cittadini. Invece sul lato delle entrate questa legge lascia quasi tutto come prima, mentre le novità arrivano solo dopo: lo Stato centrale, come og­gi, incasserà quasi tutto; poi, con nuove regole, ridistribuirà le ri­sorse tra gli enti locali. In questo modo l’autonomia delle Regio­ni è limitata: se lo Stato vorrà ta­gliare i trasferimenti che gli ver­sa potrà farlo, l’ultima parola spetterà sempre a Roma. Nel fe­deralismo tedesco, se Berlino volesse tagliare la quota di en­trate che spetta agli enti locali bisognerebbe cambiare la Co­stituzione.

Bizioli: ma le tasse potrebbero crescereultima modifica: 2010-07-03T12:00:00+02:00da consumatori
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