Parti cesarei, l’Italia della maternità «meccanica»

CESAR.jpgdi Daniela Pozzoli – da L’Avvenire

Si potrebbe dire che è una delle facce della cultura della sterilità che ha nella contraccezione e nel ricorso alla procreazione assistita i suoi punti di forza. Si tratta dell’eccessiva medicalizzazione della gravidanza e del parto, vissuti più come una malattia che come un fatto naturale, e che spiega quell’incremento altrimenti ingiustificato di tagli cesarei nel nostro Paese. Giocano anche un ruolo importante il medico che spesso va sul sicuro con un “taglio” più che con un parto vaginale e la paura delle donne, troppo spesso disinformate anche sul loro diritto a dire “no” davanti alla proposta di intervenire chirurgicamente. «Il rifiuto dell’intervento deve essere una delle possibili opzioni per la gestante», si legge infatti nelle Linee guida emanate l’11 febbraio dall’Istituto superiore di sanità (Iss), le prime in materia.
Il dato italiano ha dell’incredibile se si pensa che si è passati dal 5% degli anni ’50 al 33% del 2000, fino ad arrivare al 38% nel 2008. Unico a contenderci il primato in Europa è il Portogallo con il 33%. Risale al 1985 la raccomandazione dell’Oms – del tutto disattesa – di non eseguire più di un parto cesareo ogni 7, ovvero il 15%: è questo il valore limite per garantire il massimo beneficio alla salute generale delle mamme e dei bebè. Ma se in tutti i Paesi europei si «sgarra», l’Italia supera di gran lunga i valori registrati nel resto della Ue che sono intorno al 20-25%. Va riconosciuto alla Francia di ricorrere al «taglio» solo nel 20% dei casi, in Inghilterra nel 23%; Olanda e Slovenia addirittura scendono sotto il 15%. Esiste inoltre nel nostro Paese una forte differenza tra regione e regione; si oscilla tra il 20% dei cesarei registrati nella provincia autonoma di Bolzano al clamoroso 62% della Campania, cui seguono la Sicilia (52,91%), il Molise (52%), la Puglia (50,60%) e la Basilicata (48,19%).

Parti cesarei, l’Italia della maternità «meccanica»ultima modifica: 2010-06-29T12:00:00+02:00da consumatori
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