Badanti, serbatoio di lavoro nero

BADAN.jpgdi LUCA LIVERANI – da L’Avvenire 

Attenzione: il settore dell’as­sistenza domestica rischia di essere «il ventre molle dell’immigrazione». Se non viene regolamentato, avverte il sociologo Maurizio Ambrosini, resta un ser­batoio di irregolarità. Perché con­viene – almeno all’inizio – alle lavo­ratrici che col salario spesso otten­gono anche un alloggio ed evitano controlli. E ai datori di lavoro che ri­sparmiano.
Per il sociologo dunque «è un mer­cato del lavoro ampiamente irrego­lare, sia contrattualmente che per gli ingressi, visto che pochi assu­mono un lavoratore all’estero sen­za conoscerlo», come vorrebbe la legge. «Entrano regolarmente con un permesso turistico temporaneo e trovano un impiego che garantisce spesso anche l’alloggio», al riparo «dai controlli delle autorità». Van­taggi che li spingono ad accettare stipendi bassissimi e in nero. «Se non cambia il sistema – dice il so­ciologo – la sacca dell’irregolarità continuerà a riprodursi e le sanato­rie, magari travestite da flussi, si ri­peteranno ». Il rapporto con la fa­miglia spesso è ambiguo: «Accolta spesso come un membro, ma non di rado sfruttata, l’assistente si li­cenzia perché trova di meglio, s’è re­golarizzata, o ricongiunta con la sua vera famiglia. E viene considerata una traditrice. Più che la fine di un rapporto di lavoro, è vissuta come un divorzio». Quello delle assisten­ti, dice il presidente delle Acli An­drea Olivero, «è un vero lavoro, svol­to da donne che hanno lasciato la fa­miglia per assisterne un’altra, spes­so non riconosciuto come tale».

Badanti, serbatoio di lavoro neroultima modifica: 2010-06-24T17:00:00+02:00da consumatori
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