di ROBERTO I. ZANINI – da L’Avvenire
Si è trattato di un aiuto di Stato che ha violato le regole della concorrenza e pertanto deve essere «recuperato». Il Tribunale della Ue ha confermato quanto stabilito nel 2007 dalla Commissione europea: i contributi statali per l’acquisto dei decoder abilitati alla ricezione della tv digitale terrestre non rispettavano le norme dell’Unione, in quanto hanno svantaggiato gli operatori satellitari apportando una distorsione di mercato, con un evidente incentivo a scegliere una piattaforma piuttosto che un’altra.
Il riferimento è alla legge finanziaria del 2004 che aveva introdotto l’incentivo di 150 euro per l’acquisto di decoder e a quella del 2005 che l’aveva ridotto a 70. Norme che si inserivano nel quadro della legge che rende obbligatoria la completa digitalizzazione della tv terrestre entro il 2012 e che secondo il legislatore avevano lo scopo di accelerare l’abbandono, da parte degli utenti, della tv analogica. In sostanza, la Corte di giustizia ha confermato il concetto che per essere ammissibile il contributo sarebbe dovuto valere anche per i decoder satellitari.
Ora quel contributo deve essere recuperato (non a carico degli utenti che hanno sfruttato l’incentivo, ma delle aziende che ne avrebbero beneficiato) sulla base di quanto stabilito dal diritto nazionale e quindi da un’eventuale sentenza della magistratura, «laddove venga adita».
Altra bella figura internazionale… Quanti soldi buttati per una tecnologia vecchia come il digitale terrestre!
Secondo me l’avvento del digitale terrestre ha fatto la fortuna principalmente degli antennisti..ormai sono più richiesti degli idraulici!!E noi come al solito paghiamo per usufruire spesso di un servizio anche scadente!