È passato quasi un mese dall’incontro in cui, al ministero dello Sviluppo Economico, petrolieri, benzinai e consumatori hanno trovato l’accordo su una bozza di riforma del mercato dei carburanti. Era il 21 aprile. Nel frattempo il prezzo della benzina ha continuato la sua salita, portandosi da una media di 1,39 euro ali litro agli 1,43 euro di ieri, giorno in cui nessuna compagnia ha ritoccato i suoi listini. Se il prezzo non scende è colpa soprattutto dell’indebolimento dell’euro: in un mese la moneta unica ha perso l’8,5% contro il dollaro, andando vicino all’annullare i possibili risparmi generati dalla discesa del petrolio, che è sceso da 80 a 73 dollari in una sola settimana. Ma non è solo questo. Secondo le rilevazioni della rivista indipendente Quotidiano Energia i ribassi della materia prima – la settimana scorsa il prezzo di un litro di benzina all’ingrosso è sceso da 44,7 a 44,1 centesimi – non si sono ancora fatti sentire sui listini dei distributori: il risultato è che, su un litro di benzina, il margine lordo che serve a pagare tutti i costi della filiera, compresi i guadagni di benzinaio e compagnia petrolifera (rispettivamente, in media, 3 e 1 centesimo al litro) in queste settimane è di circa 2-3 centesimi superiore alla media degli ultimi anni.
Gli effetti della riforma non si sono ancora visti perché quell’accordo del 21 aprile è ancora a livello di protocollo d’intesa. Ma le prime misure stanno per essere messe in atto. Ieri, al ministero, c’è stato il secondo tavolo sulla riforma, per valutare i prossimi passi. L’obbligo dell’aggiornamento settimanale dei prezzi – che sostituirebbe i gli attuali ritocchi quotidiani, fissando settimanalmente il costo massimo dei carburanti – ha già ottenuto, con alcuni paletti, il via libera dall’Antitrust.
Riforma benzina, si parte dai prezzi
Riforma benzina, si parte dai prezziultima modifica: 2010-05-20T16:00:00+02:00da
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