di Pino Ciciola – da L’Avvenire
La Corte costituzionale boccia un ricorso contro il divieto di vendita delle bevande alcoliche dalle due di notte nelle discoteche, perché queste «costituiscono luogo di ritrovo abituale soprattutto di quei soggetti, i giovani – scrivono i giudici nella loro sentenza –, rispetto ai quali è maggiormente avvertita la necessità di una responsabilizzazione in ordine alle conseguenze del consumo di alcolici». E intanto – in un incontro all’Istituto superiore di Sanità ieri, giornata dell’ Alcohol prevention day – Emanuele Scafato, presidente della Società italiana di alcologia, offre nuovi dati che confermano esattamente certe preoccupazioni («come gestire gli adolescenti?») e ribadisce il suo appello: «È necessario investire, formare e incrementare politiche di controllo».
Nessuna discriminazione.
I fatti: una discoteca di Ravenna viene chiusa dal Prefetto perché si scopre che vende alcolici dopo le due. Il giudice ricorre alla Consulta perché l’articolo 6 del decreto del 3 agosto 2007 (‘Disposizioni urgenti modificative del Codice della strada’, che fra l’altro dispone quel divieto) sarebbe discriminatorio «ad esempio verso bar e pub», riferito com’è soltanto agli «esercizi pubblici dove, congiuntamente alla vendita e somministrazione di bevande alcoliche, si svolgano con qualsiasi modalità spettacoli o altre forme d’intrattenimento ».