E l’infermiere diventò un co.co.co.. L’attività di assistenza domiciliare e ospedaliera (che è la premurosa attività esercitata appunto dagli infermieri), infatti, può essere svolta anche sotto forma di lavoro a progetto (collaborazione coordinata e continuativa) in società cooperative. È raccomandabile in tal caso, però, far ricorso alla certificazione del contratto di lavoro. La novità arriva dal ministero del Lavoro in risposta ad un quesito dell’Ordine dei consulenti del lavoro (nota interpello n. 5/2010).
I consulenti del lavoro hanno chiesto al ministero di sapere se sia legittimo, per una cooperativa sociale (un caso ricorrente di struttura operante nel settore dell’assistenza domiciliare e ospedaliera) far ricorso a rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), in luogo delle ordinarie assunzione degli infermieri. In via teorica, ha spiegato il ministero, non si presenta alcun ostacolo. Per un principio ormai più che assodato in giurisprudenza, infatti, ogni attività lavorativa può essere svolta in regime di subordinazione (cioè da ‘dipendente’) o di collaborazione (cioè da lavoratore ‘autonomo’).
ASSISTENZA ANCHE COME CO.CO.CO.MA SOLO SE C’È EFFETTIVA AUTONOMIA
ASSISTENZA ANCHE COME CO.CO.CO.MA SOLO SE C’È EFFETTIVA AUTONOMIAultima modifica: 2010-05-11T16:00:00+02:00da
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