Call center, la crisi risponde al telefono

callcenter.jpgdi Claudia La Via – da L’Avvenire

Teleperformance, una multinazionale dei call center con sede anche in Italia, ha deciso di dichiarare lo stato di crisi do­po un 2009 in perdita e un i­nizio del 2010 ancora in ne­gativo. I posti a rischio, tra le sedi di Taranto e Roma, sono circa 850 su 3.200 dipenden­ti che, per protesta­re contro i tagli annunciati, incroceranno le braccia per tutto il giorno. Phonemedia e Omnia Service si sono dis­solte lasciando oltre 10mila dipendenti, da Novara a Pa­lermo, senza retribuzione da mesi e in bilico sul precipi­zio della disoccupazione. Il settore dei call center sta vi­vendo oggi una difficile sta­gione di crisi. Forse la più cri­tica.
Nati intorno alla fine degli anni Novanta, i call center sono cresciuti velocemente, diventando presto un feno­meno anche sociale. Per an­ni sinonimo di precariato e di sfruttamento, sono stati l’approdo di mille ‘naufra­ghi del lavoro’, di giovani laureati e di belle speranze a caccia della prima occupa­zione. Un mercato senza re­gole e difficile da monitora­re, anche a causa di un’ec­cessiva frammentazione e di tante micro-realtà.

Poi, nel 2006, la circolare Da­miano ha finalmente acces­so i riflettori sul settore con l’obiettivo di trasformare l’at­tività dei call center in un la­voro ‘vero’. Una lotta per la trasparenza che ha portato alla regolarizzazione di oltre 24 mila precari.Secondo Assocontact, l’as­sociazione di categoria che riunisce le principali società di call center, oggi le impre­se del settore sono più di 200 e occupano tra le 70 e le 80mila persone, delle quali circa 50mila a tempo inde­terminato, per un volume d’affari di poco inferiore al miliardo di euro. Anche se sono le prime 15 aziende a realizzare, da sole, circa il 75% dell’intero fatturato.Nonostante la crisi il giro d’affari dei servizi inbound, ossia l’assistenza clienti te­lefonica, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 ha visto una crescita del 18%, molto più della media annua dell’ulti­mo quinquennio (+ 14,3%). E anche le attività di vendita te­lefonica ( outbound ) si sono trasformate negli anni in un prezioso canale commercia­le per tanti settori, dalle tele­comunicazioni ai media, fi­no al comparto bancario o assicurativo.

Call center, la crisi risponde al telefonoultima modifica: 2010-05-08T16:00:00+02:00da consumatori
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