Nei rubinetti delle case italiane scorrono livelli di sostanze tossiche che se non sono pericolosi per gli adulti, pongono però dei rischi per i ragazzi in età dello sviluppo e soprattutto per i neonati. È questo il parere del comitato scientifico incaricato dalla Commissione Ue di giudicare le acque potabili italiane, dopo che il governo di Roma ha chiesto la possibilità di rimandare la scadenza fissata da Bruxelles al 2012 per mettersi in regola coi tetti Ue alle sostanze pericolose. Secondo il parere pubblicato dagli esperti – che servirà alla Commissione per decidere sulla deroga – a porre potenziali rischi per la salute di piccoli e adolescenti sono i livelli di arsenico, boro e fluoruro, che in alcune Regioni italiane superano di cinque volte i livelli consentiti dalle norme europee.
L’Italia, spiega lo studio, è il Paese europeo ad aver fatto più deroghe di tutti alla direttiva che fissa un tetto alla tossicità delle acque. Tredici le Regioni che hanno beneficiato per nove anni delle esenzioni al tetto di Bruxelles, tra cui Lombardia, Lazio, Toscana, Piemonte, Puglia, Umbria, Campania e Trentino-Alto Adige.