Diritti sull’inno nazionale, la Siae fa marcia indietro

siae.jpgda Aduc

Dopo la denuncia dell’Aduc, seguita da un’interrogazione parlamentare dei senatori radicali Donatella Poretti e Marco Perduca, la Siae ha fatto marcia indietro sui diritti chiesti a chi esegue l’Inno di Mameli. Ovviamente lo fa dando la colpa a presunte campagne di disinformazione o complotti vari. Di seguito la nota di stampa della Siae.

Eseguire l’inno di Mameli non comporta il pagamento dei diritti d’autore: a precisarlo e’ la direzione generale della Siae, la Societa’ italiana autori editori, dopo le polemiche dei giorni scorsi sollevate dal Consiglio comunale di Messina. La Siae annuncia anche che si assumera’ la responsabilita’ della riscossione dei diritti di noleggio delle partiture musicali, incarico finora attribuito alla casa editrice Sonzogno.
‘Il clamore suscitato dal recente episodio concernente i diritti di noleggio delle partiture musicali del nostro inno nazionale – afferma la direzione generale della Siae in una nota – e’ fondato sul nulla e frutto di una generale disinformazione che e’ necessario correggere.

Le esecuzioni e le rappresentazioni dell’inno nazionale sono, e restano, non soggette al diritto d’autore, in ragione della caduta in ‘pubblico dominio’ dei diritti, essendo decorsi piu’ di 70 anni dalla morte degli autori. Conseguentemente la Siae non procede ad incassi relativamente alle manifestazioni in cui l’inno viene eseguito’.

Diritti sull’inno nazionale, la Siae fa marcia indietroultima modifica: 2010-05-03T14:00:00+02:00da consumatori
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