Recentemente pubblicato su Biological Psichiatry, lo studio della Nottingham University “Effects of motivation and medication on electrophysiological markers of response inhibition in children with attention-deficit/hyperactivity disorder”, conferma quanto parte della comunità scientifica sostiene ormai da anni riguardo il comportamento troppo vivace dei bambini: riscontri positivi e “contenitivi” nel miglioramento delle performance comportamentali si possono ottenere non solo con l’utilizzo di farmaci – causa di potenziali effetti collaterali anche gravi – ma con strategie pedagogiche quali, ad esempio, quella della “ricompensa a breve termine”. Lo studio infatti ha dimostrato la pari efficacia, in termini di normalizzazione del comportamento, fra il trattamento psicofarmacologico e l’utilizzo di stimoli e ricompense per “premiare” la corretta esecuzione di compiti. I risultati della ricerca vengono accolti positivamente dal Dott. Paolo Roberti di Sarsina (Dirigente di psichiatria dell’ASL di Bologna): “L’elemento psicopedagogico alla base di questo semplice ma efficace esperimento è quello della esperienza continua e gratificata per apprendere su di se, con il risultato evidente di un contenimento degli eccessi. Va ricordato che la psicopedagogia Steineriana – in uso in tutto il mondo da ormai un secolo – è basata proprio sull’apprendimento attraverso l’esperienza, e in questa ottica la ricompensa – intesa nel significato profondo di appagamento dell’io – è uno strumento chiave.”
BAMBINI IPERATTIVI: RICERCA INGLESE, PREMI E INCENTIVI SONO MEGLIO DEI FARMACI
BAMBINI IPERATTIVI: RICERCA INGLESE, PREMI E INCENTIVI SONO MEGLIO DEI FARMACIultima modifica: 2010-04-23T15:00:00+02:00da
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