CASSAZIONE: “GAY” E’ OFFESA SE DETTO CONTRO QUALCUNO

GIUDICI.jpgDA L’AVVENIRE

Usare il termine “gay” associandolo, nei confronti di qualcuno, a presunte molestie sessuali nei confronti di minori è stato considerato dalla Cassazione offensivo ed ingiurioso : per questo la Suprema Corte ha confermato la condanna a 400 euro di multa nei confronti di un dirigente della Polizia Municipale di Ancona in lite, da anni, con un collega. L’uomo, Dante S., aveva inviato a Luciano T., il suo “antagonista”, una lettera nella quale menzionava “il suo essere gay” agganciandolo ad un un presunto episodio nel quale Luciano sarebbe statao allontanato da un club sportivo frequantato da ragazzini per averli molestati. Nella missiva, inoltre, si alludeva ad una vacanza in montagna che il “nemico” avrebbe trascorso con un marinaio, alla sottrazione di multe dal Comando dei Vigili ed all’accusa di aver favorito una ragazza in un concorso per vestire la divisa della Municipale. Condannato, senza successo Dante ha fatto ricorso in Cassazione. I supremi giudici – con la sentenza 10248 – gli hanno replicato che proprio il fatto di essere “laico e di non giudicare i costumi sessuali di nessuno” denota “chiaramente la riprovazione del’imputato per le tendenze omosessuali del rivale e la valenza offensiva che attribuiva al termine “gay”.

CASSAZIONE: “GAY” E’ OFFESA SE DETTO CONTRO QUALCUNOultima modifica: 2010-04-08T10:00:00+02:00da consumatori
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