Giulia Lantini – da L’Avvenire
Un ritorno alle origini per la pillola abortiva: l’ordine numero uno per la Ru486, che da oggi sarà spedita agli ospedali italiani dalla Nordic Pharma – delegata in Italia dall’azienda produttrice, la francese Exelgyn, ad aprire gli ordini di vendita e a distribuire la pillola – proviene infatti dall’Ospedale Sant’Anna di Torino, il primo che la introdusse in Italia, con la sperimentazione del ginecologo ed esponente radicale Silvio Viale: «Non è un mistero che tutti i giorni riceviamo decine di richieste per l’aborto farmacologico » afferma il medico, che nonostante ritenga «dopo ben due ispezioni ministeriali, di essere nell’occhio del ciclone», sostiene che «quello del ricovero è un falso problema ». Infatti per Viale, che pare incurante del parere espresso pochi giorni fa dal Consiglio Superiore di Sanità – secondo cui tutto il processo abortivo deve avvenire in una struttura ospedaliera –, «qui si vorrebbe costringere la donna a restare in ospedale, cosa che di certo la legge non impone». Il parere del Consiglio di Sanità, attacca, «è ridondante e prolisso. È scritto da persone che non sanno di cosa parlano. Si tratta, come ho sempre detto, di una questione ideologica, senza contare il problema delle risorse, perché la donna è costretta a occupare un letto che invece potrebbe essere riusato ». Secondo Viale, la maggioranza delle donne firmeranno il consenso informato per andare a casa dopo aver assunto il farmaco, al punto che «per me se c’è scritto day hospital o ricovero ordinario è indifferente, perché anche quando Storace ci impose il ricovero e io obbedii e le donne continuavano a uscire».
«Avanti col day hospital»: sulla Ru486 è sfida aperta
«Avanti col day hospital»: sulla Ru486 è sfida apertaultima modifica: 2010-04-08T12:00:00+02:00da
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