DI ANDREA DI TURI – da L’Avvenire
Le maggiori economie del pianeta stanno investendo pesantemente nella trasformazione verso sistemi sempre più green , ovvero sostenibili, amici dell’ambiente.
Un po’ per prepararsi all’era postpetrolifera che verrà, puntando sull’energia prodotta da fonti rinnovabili, un po’ per limitare le emissioni di Co2 e fronteggiare l’emergenza dei cambiamenti climatici. Ma soprattutto perché la cosiddetta green economy sembra avere le carte in regola per offrire una via d’uscita dalla crisi occupazionale, che ha ormai assunto proporzioni drammatiche.
Si moltiplicano, infatti, le previsioni positive sul numero dei cosiddetti green jobs , cioè i nuovi lavori che potranno scaturire dalla green economy . Ma manca una definizione condivisa di cosa s’intenda effettivamente per green job o green worker . Ha provato a darla l’Oil ( Organizzazione internazionale del lavoro), secondo la quale si può dire ‘ verde’ un lavoro, nell’agricoltura, nei servizi, nell’industria o nell’amministrazione, che contribuisce a preservare o reintegrare la qualità dell’ambiente. Una definizione, però, piuttosto generica, specie se applicata a sistemi economici chiamati a divenire sempre più sostenibili, in cui ogni attività potrà prevedere una specializzazione green o incorporare elementi di ecocompatibilità.
Delimitare il perimetro dei green jobs diventa dunque indispensabile. Ecco perché si intendono comunemente per lavori verdi quelli legati primariamente al settore delle energie rinnovabili.
Un posto al sole
Un posto al soleultima modifica: 2010-04-03T16:00:00+02:00da
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