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Il sommerso, una piaga da 250 miliardi

GIANNI SANTAMARIA – da L’Avvenire

Il lavoro nero è un macigno che pesa sull’economia italiana. Con una produzione di valore aggiunto pari all’economia dell’intero Mezzogiorno. E una scure che incombe sul la testa dei lavoratori. Perché l’insicurezza fisica sul posto di lavoro – e la notizie che si susseguono sulla cosiddette morti bianche sono lì a di mostrarlo – è figlia dell’illegalità contrattuale.
Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (Acli) denunciano questa emergenza. E, per dire «basta alla cultura e alla pratica del lavoro nero», si mobilitano  in più di 300 città con la campagna
Diritti in piazza 2010 . Raffrontando gli ultimi dati Istat disponibili, il sodalizio ricorda che il cosiddetto sommerso raggiunge i 250 miliardi di euro, il 17% del Pil nazionale, cifra che – in pratica – coincide con il valore complessivo della ricchezza prodotta da sei Regioni (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia), pari a 248 miliardi. Insomma, l’intero Mezzogiorno, Sardegna esclusa. Sempre secondo l’Istat, i lavoratori irregolari sono stimati in circa 3 mili ni, divisi tra chi ha un rapporto esclusivo e continuativo senza alcun rispetto di quanto previsto dalla legge e dai contatti (circa 2 milioni) e chi svolge saltuariamente lavori irregolari o li affianca ad attività regolari (il ‘secondo lavoro’). Il tasso di irregolarità è calcolato al 12% sul piano nazionale ma raggiunge il 20% al Sud. I settori più colpiti sono l’agricoltura (20%), il commercio (18%) e l’edilizia (11%). A questi dati si aggiungono
quelli sull’evasione contributiva. So lo nel 2009 l’Inps ha recuperato cre diti per oltre 4 miliardi e mezzo. La stima di recupero prevista per il 2010 è di 8 miliardi.

Il sommerso, una piaga da 250 miliardiultima modifica: 2010-03-29T12:01:00+02:00da
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