GIANLUCA CAZZANIGA – da L’Avvenire
Rapporto di Amnesty: nonostante i divieti introdotti nel 2006, in alcuni Stati vengono messi sul mercato prodotti come bastoni chiodati e bracciali elettrici.
Coinvolte anche 5 aziende italiane
Alcune aziende euro pee, tra cui cinque italiane, vendono «strumenti di tortura» come bastoni chiodati e bracciali elettrici. E questo, anche se l’Unione europea ne ha proibito l’esportazione e l’importazione nel 2006.
È quanto emerge da un rapporto pubblicato ieri da Amnesty International e dalla fondazione di ricerca Omega. «L’introduzione di controlli sul commercio di “strumenti di tortura”, dopo un decennio di campagne da parte delle organizzazioni per i diritti umani, ha rappresentato una pietra miliare dal punto di vista legislativo », ha affermato Nicolas Beger, direttore dell’ufficio di Amnesty International a Bruxelles. «Ma tre anni dopo la loro entrata in vigore, d versi Stati europei devono ancora applicarli o rafforzarli ». Lo studio, intitolato “Dalle parole ai fatti”, mostra che dal 2006, nonostante i nuovi controlli, diversi Stati membri come Germania e Repubblica Ceca hanno autorizzato l’esportazione di strumenti per operazioni di polizia e di controllo dei detenuti verso almeno nove Paesi, in cui Amnesty International ne ha documentato l’uso per infliggere torture. Secondo il rapporto, le società europee possono ricorrere a vari stratagemmi per aggirare la legislazione comunitaria (regolamento 1236/2005 relativo al commercio di merci che potrebbero essere utilizzate per la pena di morte, per la tortura o per altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti).