SPESA CONSAPEVOLE: Un carrello di Co2

spesa.jpgda Blog del Consumatore

Noi consumatori che ogni settimana andiamo a fare la spesa al supermercato possiamo contribuire a ridurre il fenomeno del surriscaldamento globale?
Ebbene sì, attraverso una “spesa consapevole”, tenendo conto della quantità di anidride carbonica (il gas principale responsabile del c.d. effetto-serra) utilizzata nel ciclo di produzione degli alimenti che acquistiamo.

L’industria agro-alimentare si dimostra proprio una delle maggiori responsabili delle emissioni di Co2, nell’apparente inconsapevolezza degli effetti negativi che le si possono “ritorcere contro” a causa dei cambiamenti climatici (es. siccità, desertificazione, infestazioni, impoverimento delle risorse naturali e degrado ambientale in genere).
Sono impressionanti ed eccessive le quantità di Co2 utilizzate nell’intero ciclo produttivo degli alimenti: dalla produzione agricola o zootecnica primaria, passando per la trasformazione (es. cottura, frittura, tostatura) e/o il frazionamento (es. spremitura, macinazione), la conservazione (es. procedure di sterilizzazione e disidratazione oppure refrigerazione e surgelazione), il confezionamento, l’assemblaggio e l’imballaggio, per arrivare allo stoccaggio, quindi al trasporto e alla distribuzione all’ingrosso prima e al dettaglio poi, per giungere al consumo singolo e finire con la gestione dei rifiuti. Tutte operazioni a basso costo a livello di denaro, ma ad altissimo costo a livello ambientale.
Per fare un esempio piuttosto eloquente, basta pensare all’inquinamento prodotto dal carburante necessario per il trasporto di materie prime “economiche” dai paesi del Sud America o dell’Estremo Oriente all’Europa. È questo uno dei motivi per cui andrebbero valorizzate al massimo le produzioni locali: evitare lunghi trasporti dal luogo di produzione al mercato di consumo dei prodotti.

SPESA CONSAPEVOLE: Un carrello di Co2ultima modifica: 2010-02-01T18:00:00+01:00da consumatori
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