Di fronte infatti a stime che parlano di un 2 per cento della popolazione italiana tra gli zero e i diciotto anni interessata da disabilità croniche, i bisogni reali dei bambini e dei ragazzi con disabilità e delle loro famiglie continuano a restare inevasi, se non addirittura “invisibili” al sistema sociosanitario. Si può affermare in tal senso che la presa in carico di queste persone sia una finalità ancora da perseguire.
Come espresso, dunque, anche dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, serve un profondo ripensamento sociale che richiede innanzitutto il superamento delle attuali barriere culturali, prima ancora che fisiche.
Sono tre le istanze principali che hanno portato a questa intesa tra ACP e FISH, vale a dire la necessità di: